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mercoledì 13 luglio 2016

Dispiace dirlo,ma...

Dalle Tobago Cays rientriamo a Mayreau e filiamo di nuovo l'ancora a Saline Bay, la nostra meta preferita in quanto a riparo, tranquillità e sicurezza notturna.
Sulla collina davanti a noi,alla fine di una salitaccia ripida  con stradina di cemento bollente, ci si può rifornire di pane fresco e qualche verdura  importata da St.Vincent al "First stop Supermarket",piccolo, abbastanza pulito e dotato (incredibile!!) di Wifi a disposizione dei clienti.
Sulla grande terrazza davanti al negozietto due tavoli e delle panche dipinte di bianco.
 Impossibile sedersi: il legno scotta!
 La signora che gestisce il "business" , emigrata in Canada e rientrata a Mayreau dopo cinque anni, ci dice che ha pensato di mettere degli ombrelloni per creare un pò di ombra..
.E' già un passo avanti,a dimostrazione che emigrare allarga la mente e crea un incremento intellettivo rilevante,ma il rientro volontario al suolo natìo,cancella immediatamente un buon ottanta per cento del progresso acqisito.L'altro venti si dissolve al sole caraibico in poche ore,quindi,degli ombrelloni promessi neanche l'ombra...(mi si perdoni il gioco di parole NdR)
Da Saline bay,poche miglia verso SE e ci troviamo a Union Island,porticciolo di Clifton,contornato da "reef" ed esposto in pieno all'Aliseo.
Appena il tempo di rinnovare per un'altro mese (costo 75 ECD)il permesso di navigazione nelle acque di St.Vincent e Grenadine, scaduto qualche giorno prim,a e si va a Chatham Bay, sulla costa NW dell'isola.
Baia ampia,deserta con buon fondo di sabbia: filiamo la nostra insostituibile "Delta" in cinque metri e raggiungiamo a nuoto la spiaggia dove Carlo e Lori stanno passeggiando.
Lungo la riva,sulla sinistra , due "ristoranti"(?) e le solite baracche dei neri locali:pezzi di lamiera,legno,tendoni da camion,rete metallica,bandierine colorate...
Un gruppo di pescatori sta scaricando le reti dalla barca ormeggiata davanti alla  spiaggia:due o tre si danno da fare, gli altri dieci...guardano, ma tutti parlano a voce alta,gridano e sghignazzano.
Le donne rimangono vicino alle baracche a cucinare qualcosa mentre il sole "picchia" ,la sabbia scotta e l'acqua del mare ,vicino a riva,supera  alla grande i trenta gradi.
Noi giriamo con maglietta di cotone sopra il costume da bagno anche quando nuotiamo, berretto, occhiali da sole e ,nel mio caso, "protezione 50" ,simil-silicone bianco, spalmata  su ogni superficie scoperta: la Giuly con il look caraibico...non è un gran chè.
Sul lato destro della baia ci troviamo di fronte ad un resort deserto:due grandi costruzioni in legno marron con tetto di plastica a forma di fronde di palma(!!!???),vialetti con l'erba rasata, una piscinetta striminzita e altri cinque "cottages" abbastanza carini, immersi nella boscaglia.
La spiaggia davanti al cottage è resa impraticabile da un reef piatto e scivoloso : ahi,ahi...
Gironzolando tra gli alberi ci imbattiamo in Roberto,giovane avvocato di Palermo ,che sta tentando di rimettere in piedi il resort .
Non ha l'aria rilassata e felice: i problemi non mancano,ma il più avvilente è che i  neri,se non hanno il fiato sul collo ed un controllo visivo costante da parte del "padrone", non solo non lavorano, ma anche rubano ogni attrezzo che non sia sotto chiave.
Non si trovano donne capaci di pulire adeguatamente i cottages: Roberto ha perso la pazienza già da un bel pezzo e la data di apertura si avvicina...Caraibi...!
Da Union Island ci spostiamo a Petit St. Vincent, isoletta minuscola, deliziosamente verde, curatissima e assolutamente PRIVATA.
Quesa E' la soluzione:il personale "nero" ,cento individui tra maschi e femmine, sceltissimo,preparato e multilingue, viene soprattutto dalla Giamaica e da Santo Domingo.
Noi possiamo stare all'ancora sul lato W,scendere a terra al "dinghy dock", frequentare il bar/ristorante della spiaggia, la Spa immersa nel verde e raggiungere il ristorante principale sulla collina fiorita alle nostre spalle: il resto dell'isola è "off limits" per i non ospiti.
Cartelli in stile vittoriano sparsi lungo la spiaggia , indicano chiaramente "no trespassing - guests zone only"
.Un gentilissimo"ranger" in pantaloni caki e maglietta turchese,ci fa da giuda e ci porta in  giro per l'isola con la macchina elettrica a disposizione degli ospiti.
I cottages in muratura sparsi nel verde sono ma- gni- fi- ci : quelli in collina hanno una vista spettacolare su Union Island e le Tobago Cays, gli altri si trovano a pochi passi dalla spiaggia bianchissima che circonda ogni lato dell'isola.
Un sistema di bandierine  montate su un asta di legno all'esterno del cottage, garantisce la privacy  degli ospiti: bandierina rossa "NON DISTURBARE", bandierina gialla"Disponibili per le pulizie".
E' compito dei rangers  girare sulle stradine di cemento dell'isola ,raccogliere ed esaudire i desideri degli ospiti: si può affittare l'intero villaggio in caso di matrimonio o altra occasione importante...
Qualche prezzo:da maggio ad agosto,"Low season" ,il cottage con una camera da letto costa 1.100 USD al giorno, per sette notti,prezzo speciale dal 1 giugno al 31 agosto,5.500USD: mega -sconto!!
L'isola di Petit Saint Vincent fa parte dei "Small Luxury Hotels of the World":solo per ricchi, zero immondizie, zero baracche , zero "neri" fumati di mariuana.
Tutto troppo curato?
  Troppo finto?
 Forse si, ma dopo tanto degrado umano e ambientale, ci siamo goduti un pò della "civiltà " a cui sentiamo di appartenere.
Sulla rivista "Compass" ho trovato questa poesia,in inglese, che propone un altro punto di vista, quello dei "locals".

"Rich and famous"

"They never mix in island life,its richness, laughter,quarrels,strife;
they don't know the coconut vendor,
while locked in isolated splendor,
in air conditionated villas where
they never sniff the island air,
never know when conch shells blow
it's time to buy fresh fish and go
down to the beach to ceck the catch,
barter for what you want,and watch
the seabirds swoop and swirl and screech,
an early morning on the beach!
Like skater insect on a pond,
they never see a thing beyond
their perfect villa, their dimension,
never breaking surface tension.
That's fine!
It doesn't bother me
until they dictate where I can be
on my own island,my own beaches:
money corrupts, avarice reaches
politicians who arrange
things so quickly laws are changed.
No longer can we drop a hook
to anchor.Wardens say"Hey,look,
you'll ruin all the coral there",
(there is not a polyp anywhere!)
Now Rich and Famous have the notion
they own the beach,the bars,the Ocean.
They bring in money,that's for sure,
money that doesn't reach the poor,
who watch their freedom drift away,
until they wake up one fine day
to find that they are now bereft
of everything and nothing's left!"

            by Nan Hatch

(PS: per la traduzione ....fatevi aiutare da qualcuno che sa...)

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