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venerdì 29 luglio 2016

Bye Bye CARAIBI !!

NOI sul" Paddy Boy" ritratti da Carlo e Lori su" Amaltea"
Venerdi 29 luglio 2016

Due settimane fa, mentre eravamo all'ancora a St. George, ci si affianca un dinghy.
A bordo un omino magrolino e biondo che, con un gran sorriso ,si rivolge al Comandante in un idioma gutturale  sconosciuto : non è inglese..
"Bella Ciao" di Fritz e Reinhilde

"Rebell" Bavaria 38 Ocean di Bernd e Birgit





Prima reazione di Robi: "Giuliiiii! Sei in bagnooooo??? Qui c'è uno che non so cosa voglia"
Salgo subito in pozzetto(non ero in bagno...) e , in pochi secondi risolvo l'arcano.

 Friz, olandese,vista la bandierona "handmade" che sventola a poppa del Paddy Boy,ha pensato di trovarsi di fronte a dei compaesani e ci ha salutato in fiammingo DOC.
Fritz di "Bella Ciao"
Niente paura,chiariamo l'equivoco facendogli notare la bandiera italiana , che,issata sulla sartia di SX  identifica l'equipaggio, e gli chiediamo lo scopo della sua visita.
Bernd e Birgit di "Rebell"
"Y2K" di Ale e Mac a Grenada
"Che ne dite di venire con noi a Los Roques alla fine del mese? Noi ci siamo già stati varie volte  con il nostro catamarano "Bella Ciao" e conosciamo bene tutti gli ancoraggi. C'è anche un'altra barca "Rebell", con equipaggio tedesco, che si unirebbe a noi...
Ci sono alcune barche francesi che  partiranno la settimana prossima e ci terranno informati via e-mail sulla situazione"in tempo reale". Che ne pensate?"
Azz....!
"Los Roques  significa Venezuela: chi diavolo ce lo fa fare ??
Però un semino il buon Friz lo ha piantato...
Ale e Mac: finalmente ci rivediamoooo!!!!
Prendiamo tempo: "Perchè no", gli rispondiamo,"Stiamo a vedere cosa dicono i francesi...intanto noi ci godiamo Grenada per mare e per terra, poi torneremo a St George dove ci raggiungeranno i nostri amici Mac e Aletta di "Y2K"  e chissà che non si uniscano anche loro al gruppo..."
Salutiamo Friz e cominciamo a meditarci su...
Mac ci manda un "Whatsup" categorico:"Noi non veniamo. Faremo rotta su Bonaire direttamente da Grenada. Non vogliamo ansie di alcun genere, tantomeno da pirati o spacciatori di droga venezuelani !"
Carlo e Lori non hanno ancòra deciso dove vogliono trascorrere i prossimi mesi, quindi hanno già una "galassia di pensieri che gli frulla in testa", come dice Carlo...
!!!!
Mercoledi 27 luglio 
  "Y2K" sfila in tutta la sua lucentezza (!!!) a poche decine di metri dal "Paddy Boy": URRAH!!!
Non ci vediamo da tre anni : il "comitato dei festeggiamenti del Paddy Boy" li scorta all'ancoraggio con il dinghy.
 A bordo Giuly e Robi con i cappelli del Carnevale di Venezia e una bottiglia di "Asti Gancia" tenuta in fresco dalle Canarie !!! (benedetto "Hiper Dino" di Las Palmas, che nostalgia...)
Baci e abbracci, storie e ricordi, esperienze comuni e sentimenti condivisi: che bello rivedersi!!
Alle tre del pomeriggio ci riuniamo sulla terrazza del "Grenada Marina"di St. George con il gruppo di temerari che ormai è deciso a intraprendere la rotta per La Blanquilla, Los Roques, las Aves e Bonaire.
I temerari saremmo noi, Friz e sua moglie Hilde, lo scatenato Bernt e sua moglie Birghit.
Età media intorno ai sessant'anni, consapevoli che i Caraibi ci hanno dato tutto quello che potevano,tra noi è scattato" quel- non- so- che" che ci ha fatto decidere per il :"SI PUO' FARE!"
Partenza prevista : ore 6 di sabato 30 luglio.
La prima tappa fino a La Blanquilla è di 170 Nm , quindi 34 ore di navigazione.
110 Nm  da lì a Los Roques. Sosta di qualche giorno nei vari ancoraggi dell'atollo evitando Gran Roque per non fare la "clearance " in Venezuela.
Si ripartirà poi per Las Aves de Barlovento, isolette deserte e incontaminate a circa 30 Nm di distanza.
Ultima tappa Bonaire, la prima delle Antille Olandesi ,con altre 30 Nm di vento in poppa ,corrente a favore e , soprattutto, la beata consapevolezza di esser finalmente fuori dalla "cintura degli uragani".
Abbiamo fatto cambusa a St. George, aggiungendo anche riso, latte in polvere e farina da regalare agli eventuali pescatori che potremmo incontrare durante la navigazione o sulle isole che toccheremo:c'è una grave crisi economica in corso in Venezuela e forse con questo viaggio possiamo dare un nostro piccolo aiuto..
Noi partiamo "positivi"...
Le notizie del viaggio arriveranno con questo Blog verso metà agosto :
 "In culo alla balena!!"



GRENADA




Sabto 9 luglio 2016
Carlo e Lori in navigazione
Siamo arrivati alla fine delle Piccole Antille,  Grenada, lat. 12° N, e' l'ultima "perla" dei Caraibi.
Tanto verde,tanti "alberi del fuoco" come  rossi ombrelloni fioriti  lungo le coste a strapiombo.
Il mare è sempre caldissimo e l'aria calda,alla sera,ci fa stare in pozzetto a guardare le stelle...così, semplicemente incantati bal benessere che trasmette questo clima da eterna estate.
Un "geco" sul bacello del cacao
Come si fa la cioccolata?
L'ancoraggio a Saint George non è facile: uno strato di sabbia che sembra invitante e affidabile, nasconde invece l'insidia di un fondale di roccia piatta o di scogli sparsi e infidi..
Cacao di Grenada
La nostra "Delta" si infila solo con la punta: anche cambiando la posizione il risultato non cambia.
Intorno a noi un centinaio di barche a vela :ci arrendiamo , mettiamo la ritenuta e confidiamo nelle previsioni del tempo che danno vento in calo e mare piatto per i prossimi sette giorni.
Carlo ,...sempre dopo aver "testato" la sua "Kobra" almeno una decina di volte, si arrende e prenota un ormeggio al St. Louis Marina...
Si va alla scoperta di St. George, la capitale di Grenada.
I palazzi di mattoni rossi, il mercato della frutta,il forte che domina il porto,le belle ville sparse sulle colline ,i due Marina all'interno di una insenatura ben protetta ci fanno subito apprezzare questa "Isola delle Spezie".
"Amaltea" Bavaria 41 di Carlo e Lori: barca dalle grandi prestazioni!
Nel centro commerciale al molo delle "Cruising ships", ci godiamo un frullato di frutta tropicale,gusto a piacere, e ghiaccio tritato finissimo:una leccornia a 12 ECD.
Il mio frutto preferito è il "soursop" che, unito all'ananas o al mango, è da assaporare ad occhi chiusi considerando anche il caldo del pomeriggio che ci fa gocciolare dalla testa ai piedi.
Al "Carenage"ci sono vari supermarket con prezzi assurdi a cui non ci abitueremo mai: l'equivalente di tre euro per tre pomodori verdolini e striminziti  ci fa sospirare di nostalgia...
La gente di Grenada,tutti "neri", offre uno spettacolo unico di colori,profumi e bellezza.
Fa un caldo bestia ma qui il fetore delle ascelle tipico degli autobus affollati non esiste: bagnoschiuma e deodoranti sono di casa anche nella più umile delle baracche,...credo...perchè di tragitti nei mini bus stipati come sardine ne abbiamo fatti,ma nessun afrore ha mai turbato le nostre narici "europee".
C'è da dire ,invece, che la musica caraibica, sparata a "milioni di decibel" (!!!) ci ha veramente rotto le scatole.
La costa di Grenada: fiorita e  verdissima

St. George, capitale di Grenada
Siamo fuggiti da St. George il pomeriggio della domenica quando, alle cinque, è iniziato un beach party che ha fatto vibrare ogni molecola della vetro resina del "Paddy Boy".
Unico rifugio, abbastanza silenzioso ,si sono rivelate le boe di ormeggio a Moliniere point (12°05,00'N; 61° 46,30' W) a due miglia di distanza dalla spiaggia "in festa"!!
I "locals" parlano ad alta voce, si salutano a gran voce  dalle automobili in movimento,gridano tra di loro senza che ci sia alcuna lite in corso: sono esuberanti,solari, fumati...
Se entri in banca o in un altro ufficio, le fanciulle in tailleur con gonna al ginocchio,ma attillatissima, o i colleghi maschi in pantaloni neri, scarpe lucide e camicia a maniche lunghe, per contro, sussurrano impercettibilmente.
Che sia un modo per distinguersi dalla "pazza folla" e rivendicare una educazione più sofisticata nonchè uno stipendio che li colloca su un gradino ben più alto nella scala sociale Caraibica? Fattostà che a noi sembrava di esser diventati improvvisamente sordi...
Ma ...Grenada continua a piacerci un sacco!
L'albero del fuoco
Frutta tropicale selvatica e succosa

La foresta tropicale sulle montagne di Grenada

Granchietto tropicale : colori smaglianti!!
Ecco il nostro raccolto alle Cascate Annadale


Una delle belle ville sulla costa SUD di Grenada

Una delle  fabbriche del cioccolato di Grenada

Cioccolato organico: 100% cacao, a Grenada

Mercato quotidiano in centro a St. George

La via del mercato a St. George, Grenada
Andiamo alle cascate Annadale con il mini bus n7 e, passeggiando nella foresta, riempiamo lo zaino di frutta tropicale ricca di succo e dal sapore inusuale
.Si potrebbero raccogliere anche i grandi "bacelli" rosso scuro del cacao, ma prima di arrivare al cioccolato ce n'è di lavoro da fare...
Preferiamo visitare la tenuta di Belmont dove da oltre cent'anni si produce il cacao biologico e quindi il miglior cioccolato ,fondente e non,dei Caraibi.
A Calvigny Bay raccogliamo il mango viola/verde direttamente dall'albero a pochi passi dall'ancoraggio: che gusto unico!!Il migliore!
Purtroppo la baia è chiusa da una barriera corallina con 2,70 mt di fondale su cui "surfare" con l'onda che entra: un momento da brivido che ci fa rimanere  con il fiato sospeso...
Grenada è soprannominata "Spicy Island" per la cannella, la noce moscata, lo zenzero e tante altre erbe spontanee con cui si fanno le tisane o il the e  che crescono nella foresta pluviale , ma l'aria, purtroppo, non ha un suo profumo"speziato":il fumo delle immondizie bruciate imperversa anche qui...
Ma si può???

venerdì 22 luglio 2016

Carriacou e Sandy Island

30 giugno 2016
Carlo Lai di nuovo con noi a Sandy Island

Siamo alla fine di giugno,in piena "hurricane season", ma ci sta andando benone...
Sempre in compagnia di Carlo e Lori su "Amaltea", da Petit St Vincent ci si sposta a Clifton, su Union Island per fare la "clearance" di uscita dallo stato indipendente di St. Vincent and Grenadines.
Ci accorgiamo di aver sforato di una settimana il mese di tempo del "cruising permit": sono altri 75 ECD per un'altro mese, anche se ce ne andiamo tra poche ore.
Burocrazia caraibica...

Sandy Island

Sandy island

Sandy island

Carriacou, Tyrrel Bay, un'ottima pizzeria da"Lazy turtle"

Carriacou, l'ancoraggio di Tyrrel bay in piena stagione di uragani...

Con Carlo e Lori al "Lazy turtle" di Tyrrel bay

Costosissima....e non meritava la spesa....

Ottima, al "Lazy turtle" di Tyrrel bay
Più di qualche volta ci siamo chiesti se "paga" essere corretti e rispettosi di tutta 'sta menata del "entra ed esci": mai viste in giro pattuglie di guardia costiera nè di polizia portuale...
Nessun controllo nelle baie, quindi solo i" Marina" ti chiedono la "clearance"?
E se te ne stai sempre  all'ancora, come noi, e te ne freghi?
 Cosa si rischia??
Non lo sapremo mai...anche perchè la mia formazione mentale "teutonica" mi impedisce di barare , mentre il Comandante sarebbe più propenso a mandarli tutti aff...OOPS!
Dicevamo: da Union Island , con venti miglia scarse di navigazione al traverso,noi sempre dietro e Carlo davanti,ancoriamo a Hillsborough Bay, isola di Carriacou.
Mentre filiamo la nostra Delta su cinque metri di fondale misto di sabbia e roccia, lasciamo un calumo abbondante e mettiamo la ritenuta,ci accorgiamo che Carlo sta "arando": la sua "Kobra" non agguanta.
Inizia il balletto: tira su, spostati, manda giù, la Lori si tuffa con maschera e pinne:"No, non prende! Riproviamo!"  ..."Si è presa su una catenaria: dobbiamo liberarla e spostarci"...
"No, Carlèt,riprova,l'ancora è su un fianco e sta arando!"...
Almeno una decina di tentativi: c'è da rimetterci il fegato,la bile e quant'altro...
'Sta "Kobra"è un tormento!
Carlo fa tutti i tentativi possibili: tecniche e tattiche di ancoraggio vengono affrontate con calma quasi serafica..."Due maroniiii !!!"
Alla fine "il ferro" agguanta: non sappiamo più se sia un'ancora o piuttosto uno strumento efficace per mandare il malcapitato Skipper fuori dai gangheri...
E ... vvai che ci chiudono l'ufficio della Clearance per lo Stato Indipendente di Grenada, Carriacou e Petit Martinique.
 Prima: attraversi la strada e vai all'" Immigration" con i documenti della barca, la"clearance"precedente e  i passaporti dell'equipaggio.
Dopo: con il foglietto rosa della "immigration" , ri-attraversi la strada  a vai dai "Customs" per pagare i soliti 75 ECD.
Otterrai:"Permesso di Navigazione" valido fino al 29 luglio, per l'imbarcazione, fino al 29 settembre,rinnovabile per altri tre mesi ,per l'equipaggio.
Facciamo un giretto per il paese che, arrivando da Clifton(Union Island) o addirittura da Mayreau, ci sembra una "metropoli".
Vicino al Mercato del Pesce, dove l'"occhio vivo" è un'illusione ottica(!!), scopriamo un negozio di frutta e verdura quasi "europeo", con un buon assortimento di prodotti locali e non ,a prezzi ragionevoli.
Il "top" sono dei succhi di frutta misti a ghiaccio tritato confezionati al momento, che si vendono in fondo al locale: da provare il "Soursop"!!!
 Solo 4,5 ECD  al bicchierone e ..ti ritorna il sorriso, anche se ti chiami Carlo e hai un'ancora "Kobra" che ti aspetta al varco....

Venerdi 1 luglio 2016

La rada di Hillsborough si è rivelata "ballerina" per una risacca fastidiosa che entra da NE, in più sta arrivando da queste parti un'"onda tropicale" degna di rispetto: scartiamo per il momento l'ancoraggio di Sandy Island a neanche un miglio da qui, e , girato il promontorio di   Point Cistern,lasciando le "Sister Rocks" a dritta, ci rifugiamo a Tyrrel Bay.
Piena di barche all'ancora!!!
Almeno un centinaio!!!
Evidentemente il luogo è ben protetto, quindi scelto da tutti per dormire sonni tranquilli.
Solito giro lentissimo per scegliere il "sorgitore"(NdR : vai a consultare il Guglielmi se non ti ricordi cos'è...): giù la "Delta" a poppa di un Cat neozelandese, cinquanta metri di catena da 10mm, ritenuta, "Fortress" da 7kg "appennellata" con altri10 mt di cima da 20mm e il gioco è fatto.
Acqua limpida e caldissima.
Adesso tocca al Carlèt...
Ci vien da piangere mentre lo vediamo "arare" la baia in lungo e in largo.
Alla fine si piazza alla nostra poppa: Robi in acqua con maschera e pinne cerca di dargli una mano.
Carlo ha già "appennellato" filando da prua  la sua "CQR" con cima  e questo impedisce alla" Kobra "di agguantare.
Ok, si risolve filando prima la "Kobra" e poi  immergendosi per appennellare l'altra: funziona!!!
Ahh, che sollievo!!
Si va a terra con i dinghi: al "Lazy Turtle" sulla DX della baia ,vicino al "diving center", quasi euforici per la riuscita dell'ancoraggio, ci concediamo una pizza "verace" cucinata egregiamente da una " black mamy" sui centotrenta kili.
Robi ed io beviamo per la prima volta in vita nostra una "Perrier", acqua minerale gasata minuscola e costosa:molto meglio la San Pellegrino
Non ci fidiamo dell'acqua "sfusa" in caraffa e la birra è "off limits"nella dieta del Comandante: esperienza deludente..
Tanta pubblicità per nulla...

Mercoledi 6 luglio 2016

Ci siamo beccati secchiate di pioggia calda caraibica, qualche sventolata(??!!) intorno ai 25 nodi da E/SE, ma niente di più.
Meglio così!

Si salpa alla volta di Sandy Island,cioè si torna indierto di due miglia e...per la gioia di Carlo ...
si ormeggia alla boa (25 ECD /die)!!
Parco naturale, quindi fondale protetto e divieto di ancoraggio.
Il colore dell'acqua è di tutti i toni del turchese, misto al verde smeraldo e al bianco accecante della sabbia.
Il fondale verso il lato Est dell'isolotto rivela un "reef" spettacolare quanto quello delle Tobago Cays:si sta in acqua ore!!!
Aria : 32° Acqua: 30°
Davanti a noi la verdissima costa occidentale di Carriacou, ma niente "Calipso music" spaccatimpani: qui parla il mare...
In pozzetto, come sottofondo discreto, Roberto Murolo e Mia Martini in "Cumm'è".
La perfezione...

mercoledì 13 luglio 2016

Dispiace dirlo,ma...

Dalle Tobago Cays rientriamo a Mayreau e filiamo di nuovo l'ancora a Saline Bay, la nostra meta preferita in quanto a riparo, tranquillità e sicurezza notturna.
Sulla collina davanti a noi,alla fine di una salitaccia ripida  con stradina di cemento bollente, ci si può rifornire di pane fresco e qualche verdura  importata da St.Vincent al "First stop Supermarket",piccolo, abbastanza pulito e dotato (incredibile!!) di Wifi a disposizione dei clienti.
Sulla grande terrazza davanti al negozietto due tavoli e delle panche dipinte di bianco.
 Impossibile sedersi: il legno scotta!
 La signora che gestisce il "business" , emigrata in Canada e rientrata a Mayreau dopo cinque anni, ci dice che ha pensato di mettere degli ombrelloni per creare un pò di ombra..
.E' già un passo avanti,a dimostrazione che emigrare allarga la mente e crea un incremento intellettivo rilevante,ma il rientro volontario al suolo natìo,cancella immediatamente un buon ottanta per cento del progresso acqisito.L'altro venti si dissolve al sole caraibico in poche ore,quindi,degli ombrelloni promessi neanche l'ombra...(mi si perdoni il gioco di parole NdR)
Da Saline bay,poche miglia verso SE e ci troviamo a Union Island,porticciolo di Clifton,contornato da "reef" ed esposto in pieno all'Aliseo.
Appena il tempo di rinnovare per un'altro mese (costo 75 ECD)il permesso di navigazione nelle acque di St.Vincent e Grenadine, scaduto qualche giorno prim,a e si va a Chatham Bay, sulla costa NW dell'isola.
Baia ampia,deserta con buon fondo di sabbia: filiamo la nostra insostituibile "Delta" in cinque metri e raggiungiamo a nuoto la spiaggia dove Carlo e Lori stanno passeggiando.
Lungo la riva,sulla sinistra , due "ristoranti"(?) e le solite baracche dei neri locali:pezzi di lamiera,legno,tendoni da camion,rete metallica,bandierine colorate...
Un gruppo di pescatori sta scaricando le reti dalla barca ormeggiata davanti alla  spiaggia:due o tre si danno da fare, gli altri dieci...guardano, ma tutti parlano a voce alta,gridano e sghignazzano.
Le donne rimangono vicino alle baracche a cucinare qualcosa mentre il sole "picchia" ,la sabbia scotta e l'acqua del mare ,vicino a riva,supera  alla grande i trenta gradi.
Noi giriamo con maglietta di cotone sopra il costume da bagno anche quando nuotiamo, berretto, occhiali da sole e ,nel mio caso, "protezione 50" ,simil-silicone bianco, spalmata  su ogni superficie scoperta: la Giuly con il look caraibico...non è un gran chè.
Sul lato destro della baia ci troviamo di fronte ad un resort deserto:due grandi costruzioni in legno marron con tetto di plastica a forma di fronde di palma(!!!???),vialetti con l'erba rasata, una piscinetta striminzita e altri cinque "cottages" abbastanza carini, immersi nella boscaglia.
La spiaggia davanti al cottage è resa impraticabile da un reef piatto e scivoloso : ahi,ahi...
Gironzolando tra gli alberi ci imbattiamo in Roberto,giovane avvocato di Palermo ,che sta tentando di rimettere in piedi il resort .
Non ha l'aria rilassata e felice: i problemi non mancano,ma il più avvilente è che i  neri,se non hanno il fiato sul collo ed un controllo visivo costante da parte del "padrone", non solo non lavorano, ma anche rubano ogni attrezzo che non sia sotto chiave.
Non si trovano donne capaci di pulire adeguatamente i cottages: Roberto ha perso la pazienza già da un bel pezzo e la data di apertura si avvicina...Caraibi...!
Da Union Island ci spostiamo a Petit St. Vincent, isoletta minuscola, deliziosamente verde, curatissima e assolutamente PRIVATA.
Quesa E' la soluzione:il personale "nero" ,cento individui tra maschi e femmine, sceltissimo,preparato e multilingue, viene soprattutto dalla Giamaica e da Santo Domingo.
Noi possiamo stare all'ancora sul lato W,scendere a terra al "dinghy dock", frequentare il bar/ristorante della spiaggia, la Spa immersa nel verde e raggiungere il ristorante principale sulla collina fiorita alle nostre spalle: il resto dell'isola è "off limits" per i non ospiti.
Cartelli in stile vittoriano sparsi lungo la spiaggia , indicano chiaramente "no trespassing - guests zone only"
.Un gentilissimo"ranger" in pantaloni caki e maglietta turchese,ci fa da giuda e ci porta in  giro per l'isola con la macchina elettrica a disposizione degli ospiti.
I cottages in muratura sparsi nel verde sono ma- gni- fi- ci : quelli in collina hanno una vista spettacolare su Union Island e le Tobago Cays, gli altri si trovano a pochi passi dalla spiaggia bianchissima che circonda ogni lato dell'isola.
Un sistema di bandierine  montate su un asta di legno all'esterno del cottage, garantisce la privacy  degli ospiti: bandierina rossa "NON DISTURBARE", bandierina gialla"Disponibili per le pulizie".
E' compito dei rangers  girare sulle stradine di cemento dell'isola ,raccogliere ed esaudire i desideri degli ospiti: si può affittare l'intero villaggio in caso di matrimonio o altra occasione importante...
Qualche prezzo:da maggio ad agosto,"Low season" ,il cottage con una camera da letto costa 1.100 USD al giorno, per sette notti,prezzo speciale dal 1 giugno al 31 agosto,5.500USD: mega -sconto!!
L'isola di Petit Saint Vincent fa parte dei "Small Luxury Hotels of the World":solo per ricchi, zero immondizie, zero baracche , zero "neri" fumati di mariuana.
Tutto troppo curato?
  Troppo finto?
 Forse si, ma dopo tanto degrado umano e ambientale, ci siamo goduti un pò della "civiltà " a cui sentiamo di appartenere.
Sulla rivista "Compass" ho trovato questa poesia,in inglese, che propone un altro punto di vista, quello dei "locals".

"Rich and famous"

"They never mix in island life,its richness, laughter,quarrels,strife;
they don't know the coconut vendor,
while locked in isolated splendor,
in air conditionated villas where
they never sniff the island air,
never know when conch shells blow
it's time to buy fresh fish and go
down to the beach to ceck the catch,
barter for what you want,and watch
the seabirds swoop and swirl and screech,
an early morning on the beach!
Like skater insect on a pond,
they never see a thing beyond
their perfect villa, their dimension,
never breaking surface tension.
That's fine!
It doesn't bother me
until they dictate where I can be
on my own island,my own beaches:
money corrupts, avarice reaches
politicians who arrange
things so quickly laws are changed.
No longer can we drop a hook
to anchor.Wardens say"Hey,look,
you'll ruin all the coral there",
(there is not a polyp anywhere!)
Now Rich and Famous have the notion
they own the beach,the bars,the Ocean.
They bring in money,that's for sure,
money that doesn't reach the poor,
who watch their freedom drift away,
until they wake up one fine day
to find that they are now bereft
of everything and nothing's left!"

            by Nan Hatch

(PS: per la traduzione ....fatevi aiutare da qualcuno che sa...)

giovedì 7 luglio 2016

Tobago Cays

Martedi 14 giugno 2016
Ci siamo.
Le Tobago Cays sono davanti a noi.
Ci stiamo avvicinando a Petit Bateau,dopo aver lasciato l'ancoraggio sicuro ,solitario e ben protetto di Saline bay sull'isola di Mayreau, a tre miglia da qui.
Siamo nel parco marino più famoso e fotografato di tutti i Caraibi, mèta imperdibile, con fondali cristallini ,reef spettacolari e pesciotti di ogni genere da fotografare:vietatissimo qualsiasi tipo di pesca in tutta l'area.
Vietato anche  filare l'ancora sulle zone con alghe o sul reef (ma chi mai??):si possono usare le boe (60 ECD/day) o filare l'ancora sulle zone sabbiose che circondano le isole.
Noi ci sistemiamo tra Petit Bateau e Petit Rameau, di fronte alla lingua di sabbia bianchissima dove i "locals" allestiscono il BBQ per i turisti.
Carlo con "Amaltea" si sistema alla nostra poppa.
Aperta la spiaggetta del Paddy Boy, Robi si tuffa nel turchese ...e in un attimo se ne va via trascinato dalla corrente !!
Siamo praticamente all'ancora in un  "fiume": almeno tre nodi ,dovuti alla vicinanza delle due isole e alla corrente di marea.
Ok, niente paura: con delle robuste pinneggiate si riesce a contrastare la corrente.
Raggiungiamo la spiaggia di Petit Bateau.
Un "rasta" con bandana rossa e cappello a pirata con tanto di teschio ci invita al BBQ che si terrà al tramonto: 80 ECD a testa...
La "cucina ",intesa come pentole ,cuochi e fornelli, è già attiva.
Riconosciamo del riso bollito e alcune verdure fresche: il resto del cibo ha colori e odori a noi sconosciuti...
Facciamo un pò di conti: dobbiamo pagare 10ECD a persona al giorno per l'ancoraggio all'interno del Parco marino, vorremmo restare almeno cinque o sei giorni e quindi ci vanno via 120ECD solo di ancoraggio.
Il BBQ ci costerebbe 160 ECD,bibite escluse , che bisogna portare dalla cambusa di bordo,come i piatti e le posate: mmh...mi sa che il tutto ci convince poco...
 Rinunciamo.
Carlo e Lori, invece, prenotano due posti.
Gli scarti della cucina vengono regolarmente buttati a mare ,il che attira almeno una decina di pesci-palla, qualche bella razza direi vorace e prepotente e anche uno squaletto di circa un metro che,scodinzolando ,si avvicina timidamente agli altri "abitueè" , per la gioia di noi fotografi !!
Il nostro primo squalo: al tramonto la sua pinna caudale si vede fendere l'acqua a qualche metro da riva. E' chiaramente un cucciolo..."mamma squalo" dove sarà...?!?
Il BBQ ha inizio al tramonto: romantico...
Ci sono almeno venti turisti seduti ai tavoli grezzi sistemati sulla sabbia sotto le palme.
Il sole rosso fuoco si inabissa ad Ovest dietro Salt Whistle Bay sull'isola di Mayreau e ,come sempre qui ai Caraibi, il brevissimo crepuscolo precede di poco un cielo blu notte tempestato di stelle.
Il vento continua imperterrito a soffiare da Est, il reef "spiana" le onde e ci protegge dall'Oceano che continua a brontolare in lontananza con il suo vocione profondo.
Dalla barca osserviamo gli amici al BBQ: non una luce..stanno mangiando al buio?!!
Nè generatore, ne' pannelli solari,nè candele : siamo in bassa stagione e sembra che l'illuminazione non sia più compresa nel prezzo...Caraibi!
La notte trascorre serena, l'ancora è totalmente affondata nella sabbia ed abbiamo almeno due tartarughe marine che stazionano sotto al Paddy Boy: belle!
Con il dinghi ci spostiamo verso il reef principale, contro vento e con tanta onda.
Raggiungiamo l'isolotto di Baradal e ci inerpichiamo sulla collina arida alla ricerca delle iguana che popolano queste isole.
Le troviamo sugli alberi, pacifiche,bellissime, golose di fogliette fresche: uno spettacolo...
Il panorama è unico: tutta la tavolozza dei turchese e dei blu,per non parlare del bianco accecante e del verde acquamarina, sono ai nostri piedi, tutto intorno a noi...
Poche barche a vela e  qualche catamarano galleggiano sospesi nel nulla, le loro ombre scure proiettate sul fondo della laguna: siamo in bassa stagione,beati noi...!!!
Unico particolare non trascurabile: il vento!
20/25 nodi da est/Sud Est, incessanti,creano onde notevoli al di fuori della barrierra corallina, ma anche l' angosciante sensazione  di essere ancorati nel bel mezzo dell'Oceano, senza la protezione di un'isola,con il vasto orizzonte blu scuro davanti alla prua.
Il mare agitato all'interno del reef risulta torbido per la sabbia finissima  in sospensione .
Leghiamo il dinghi ad una boa e ci inoltriamo tra i coralli con maschera e pinne, ma le condizioni non sono ideali per lo snorkeling.
Torniamo a Petit Bateau e ci fermiamo sul lato Est dell'isola:il mare è più tranquillo e possiamo godere finalmente di questi fondali da cartolina.
Mi vengono in mente i quadri di Patrick Chevailler, medico di Palm Island, ma pittore per passione , che si ispira per tutte le sue tele al reef e ai suoi abitanti:da vedere!
Rientrati sulla spiaggia principale,Robi escogita un trucco per attirare i pesci anche quando non ci sono gli avanzi della cucina: basta prendere una manciata di sabbia e lanciarla in mare.
Le bestiole, squaletto compreso, credono che sia ora di "pappa" e si precipitano a riva.
Grazie a questa astuzia riesco ad accarezzare sul dorso un pesce palla,grigino e viscido ma con dei grandi occhioni da mucca sul muso quadrato con la bocca grande e bianca senza denti: niente confidnze con gli squali,per ora...