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giovedì 24 marzo 2016

Conchiglie...

Il comunissimo "Conch"
La lumacona che si arrampica sull'altra conchiglia
Il mollusco "a ventosa"
La "lumacona"
Come liberarsi del mollusco e tenere la conchiglia??
Nonsuch Bay, Antigua
24 marzo 2016

Di pescare qualcosa di commestibile non se ne parla nemmeno...
Forse solo alla traina, in navigazione.
Ero abituata con i pescetti voracissimi della Croazia, che stazionavano a branchi sotto la chiglia del Paddy Boy e si azzuffavano con spruzzi e colpi di coda appena gettavo in acqua qualche avanzo del pranzo: qui tutto tace...
I pesciotti colorati e simpaticamente indifferenti a noi di questo universo caraibico,mangiano e nuotano solo intorno ai coralli.
Nelle baie circondate dalle mangrovie,il fondale è ricoperto di alghe  e punteggiato qua e là da belle cicciose stelle marine gialle ,arancioni o rosse.
Nella baietta di Emerald Cove, all'interno di Nonsuch Bay(Antigua),mi sono ritrovata a nuotare osservando dall'alto una miriade di meduse bianche, pulsanti "a testa in giù", con i tentacoli simili a cristalli di neve, rivolti verso la superficie del mare.
Che siano pericolose? Mah, chissà.
Certo che non ero proprio a mio agio ...
La mia bella soddisfazione me la sono presa,invece, con il ritrovamento di due  conchiglie fuori dal comune, facendo snorkeling a Green Island, all'ingresso di Nonsuch Bay.
Qui ai Caraibi ,i locali mangiano i "conch" ,molluschi che richiedono una lunga cottura e che si trovano nelle comunissime  seppur belle conchiglie dall'interno rosa.
Per estrarli bisogna praticare un foro sull'apice del guscio calcareo ed agganciare la "bestiazza"ancora viva, con ogni cautela, evitando che metà del mollusco rimanga intrappolato nelle spire della propria casa.
Adesso tocca a me.
Porto le  mie due "prede" a bordo e le sistemo in una vachetta di plastica con acqua di mare per "spurgarle" come facevo a Trieste con le vongole di Marina Julia...
Dopo una mezz'oretta, dalla conchiglia a forma di cono gelato fa capolino una lumacona gigante, rosa a puntini gialli e rossi . Due antenne nere e gialle  scandagliano l'ambiente mentre il mollusco si arrampica sul guscio dell'altra compagna di prigionia nella vaschetta.
Che faccio??
La lumacona mi intimorisce e  mi fa anche  pena: dovrei eliminarla per tenermi la sua conchiglia come trofeo...
No, ho deciso:le faccio delle foto e la libero in mare.
L'altra conchiglia, bellissima, ospita un mollusco che non ha fattezze "riconoscibili".
 E' una "ventosa" arancio che si allarga  e permette al guscio di strisciare e aderire agli scogli.
Mi fa meno pena...
Come estraggo il mollusco? Rapida consultazione con il Comandante: lo bolliremo nel suo guscio e poi lo tireremo fuori con un uncinetto (!!??).
Si fa.
 La bestiola muore, la estraiamo dalle spire della conchiglia , ma una parte di intestino si rompe e rimane all'interno: puzza assicurata finchè non si seccherà del tutto...
La conchiglia rimane bellissima.
Sarà il mio souvenir di Antigua.
Ma ho deciso: niente più bolliture atroci .
 Per le prossime conchiglie solo foto, bacetto virtuale e ri- tuffo in mare .
Contenta io , ancòra più contente loro...
 









Antigua


Antigua "Verace", Old Road

Domenica 6 marzo 2016
Da Deshaies (Guadeloupe) a Jolly Harbour (Antigua): 48 Nm

Inutile ripetere che navigare in questo Mar dei Caraibi  è sempre un piacere: vento da E, intorno ai 15/20 nodi,quindi " al traverso" , con onda oceanica solo nei canali di passaggio tra un'isola e l'altra,sole a picco ,canne in acqua...
A due miglia dalla partenza la canna grande "fischia":"Le solite alghe..."
Robi va a ricuperare la lenza:c'e un bel peso attaccato... un PESCE??? SIII !!!
Al largo di Jolly Harbour(Antigua)
Dopo tremila miglia di "niente" ecco la nostra prima preda: sembra anche bella grossa... Issiamo a bordo un  pescione argenteo intorno ai tre chili: dai dentacci aguzzi si direbbe proprio un barracuda. NOO!!
 L'unico pesce d'altura portatore di Ciquatera che neanche i locali mangiano.
 Lo slamiamo con cautela e lo rimettiamo in mare.Neanche una foto a documentare l'impresa. Tristezza...
Arriviamo a Jolly Harbour (17°05' N ; 61°55'W)
Già a tre miglia dalla costa il fondale diventa una pianura che varia dai sette ai quattro  metri di profondità: acqua limpida, dal turchese chiaro all'azzurro intenso. WOW!
Ancoraggio a Jolly Harbour si va a terra con ul dinghi
La magia finisce quando ancoriamo di fronte a Reeds Point, di fianco al canale d'ingresso a Jolly Harbour: intorno a noi l'acqua è torbida, dal colore del latte con la menta...
Fare la "clearance"(ingresso e uscita dalle acque territoriali dell'isola :NdR) qui costa meno che a English Harbour perchè quest'ultimo è parco nazionale e si pagano delle tasse in più.
 Con il dinghi raggiungiamo la casetta gialla dei "Customs", con pontile annesso, a disposizione delle barche a vela in transito.
Jolly Harbour (Antigua)

Jolly Harbour(Antigua)
"Morning Star" e Carl che ritocca il bulbo
La "clearance "prevede un modulo da riempire al computer, che poi viene stampato in tre copie, con cui si va prima dalla coast guard e poi all'immigration office dove si pagano 14USD (dollari americani).
 Tutti gentilissimi, ma si perde sicuramente la mattinata tra sportelli e file...
Jolly Harbour garantisce un ancoraggio sicuro e un marina ben ridossato, con ristoranti, supermarket(Epicurean) ben fornito ma caro, Wifi.
Incontriamo il nostro amico Carl, con "Morning Star" sul "Dry dock": i lavori a bordo continuano, ma Carl ha una pazienza infinita , prende il tutto con molta filosofia e ci invita anche a cena al ristorante "May Day", all'interno del Marina: niente male...

La nostra pescivendola preferita a St. John (Antigua)

Mercato del pesce di St John

St John, la capitale di Antigua: la zona "Shopping"
Intorno a noi tante villette con posto barca annesso, come a Lignano...solo che qui i prezzi sono alle stelle.
Vorremmo affittare un'auto per goderci l'interno dell'isola: 40$/die per l'utilitaria più piccola, più 10$ di assicurazione,più 20$ di permesso speciale per guidare a sinistra: tot. 70$ /die.
Troppo caro per le nostre finanze...
Il mini bus di linea n.17 per St. John, la capitale , costa 3,50ECD (Eastern Caribbean Dollars , 1€ = 2,78 ECD) a persona : OK!!
Quasi un'ora di strada, con fermate "a richiesta" un pò ovunque, nel senso che tu chiedi e l'autista ti fa salire o scendere dove vuoi.
Lontano dalla costa l'isola mostra tutti i suoi contrasti.
Frutta tropicale: si mangia soltanto la parte bianca ...

Monumento all'eroe nazionale (St John, Antigua)

Carlisle Bay, il "resort"
Old Road, all'esterno del resort di Carlisle bay

I resort di super- super- lusso , ampliamente pubblicizzati dai depliants turistici sono delle strutture "finte",create da architetti stranieri, con capitale straniero, per turisti stranieri.
St. james's Club
St James's Club
Carlisle Bay, la piscina
Ingresso al resort
Curtain Bluff (Antigua)
Antigua Yacht Club,English harbour
Pigeon beach, English Harbour
St james's Club
I parchi, i "cottages",i "gazebo" in riva al mare, sulle piattaforme di legno , le decine di piscine azzurrissime immerse nella vegetazione tropicale, ....puoi trovarli ovunque!
ST.James 's Club

A godersi il tramonto sopra St. James's Club
Carlisle Bay









 Non trasmettono nessuna sensazione.
Sono "standard","bolle" di civiltà avanzata,studiate a tavolino per soddisfare le esigenze del turista che ha una, al massimo due ,settimane di vacanza e che si deve divertire, rilassare, ma soprattutto deve SPENDERE TANTO DENARO.
Arrivando in barca, l'accesso alla spiaggia del resort è libero, quindi spesso siamo scesi a terra con il dinghi per goderci le comodità: doccia in spiaggia, piscina con idromassaggio a due passi dal mare, sdraio con ombrellone in riva al mare dove attendere il tramonto con, a volte, il libero accesso al Wifi.
"Curtain Bluff", "Carlisle Bay", "St. James Resort": magnifici, idilliaci , FINTI fino al midollo!
A "Nonsuch Bay" ,ancorati ad "Emerald cove" ed anche a "Mill reef"di Grasfield Cove ,l'addetto alla sorveglianza 24/24, ci ha invece , sempre gentilmente, avvisato che non potevamo scendere a terra, nè ormeggiare al moletto di legno:tutta la zona era propriètà privata invalicabile...!!!
Ci siamo azzardati a metter piede fuori dall'area  recintata del resort di Carlisle Bay, alla ricerca di un market per fare un pò di cambusa: un altro mondo...

Le case dei"neri" (non vuole essere offensivo, ma solo ricordare il colore della loro pelle:NdR),
sono lì, fuori dal cancello, sparse sulla collina, in mezzo alle immondizie , alle macchine arrugginite, tra sterpaglia secca dove pascolano delle pecore magrissime.
Basta una tettoia , qualche sedia , un albero che faccia ombra e vedi due o tre giovani donne circondate da bambini bellissimi con acconciature ricche di perline, che passano il tempo chiacchierando ad alta voce con musica sempre ad alto volume diffusa da un'automobile con le portiere spalancate, incuranti del mondo...almeno così sembra.
Ci si chiede come possano convivere due realtà così diverse.
All'interno dei resorts lavorano decine di ragazzi e ragazze di colore: alcuni di loro vengono dalla Repubblica Dominicana e parlano spagnolo.
Il cimitero sulla Old Road...
Sono tutti sorridenti e gentilissimi: è possibile che lo stile di vita del resort non intacchi minimamente la cultura locale?
Il rispetto per l'ambiente, la cura per la propria casa ,l'idea di coltivare un orto o di dedicarsi ad un giardino,sembrano essere dei concetti che i "neri" di Antigua non hanno ancora assimilato.
Old Road, tra Carlisle Bay e Curtain Bluff
 Un'unica eccezione: lavano in continuazione le loro automobili,  nuove ,che sono sempre lucidissime...prima di guastarsi ed  essere abbandonate ad arruginire nei prati...??
Credo di poter estendere questo"rifiuto" parlando in generale di tutte le isole che abbiamo visitato finora: c'è un abisso tra la cultura nera e quella dei bianchi, europei o americani che siano.
Ad Antigua il contrasto è molto più forte: niente sfumature di grigio, si passa in poche centinaia di metri "dalle stelle alle stalle"...




giovedì 10 marzo 2016

Guadaloupe



Il FUTURO dei Caraibi sono LORO !!!
Deshaies ,Guadeloupe, sotto la pioggia
Point a Pitre
Deshaies tramonto dal Paddy Boy
Point a Pitre mercato
Memorial dedicato alla tratta degli schiavi nei Caraibi
Fiori  selvatici e..
Point a Pitre Guadeloupe

Deshaies ,il paesino Isola di Guadaloupe
Guadeloupe, Point a Pitre "NEGRITUDINE"


Si veleggia insieme...



Domenica 28 febbraio 2016
Una "passeggiata" con il vento al traverso, 10/15 nodi, sole pieno, temperatura costante intorno ai 30°, acqua del Mar dei Caraibi intorno ai 28°: ci stiamo avvicinando all'isola di Guadeloupe, a 20Nm verso NE, dal delizioso arcipelago di Les Saintes.
Prima tappa la baia di Malendure (16°10' N ;61°47' W) ,all'ancora,per visitare il parco naturale intitolato a Jaques Cousteau.
Lasciamo il Paddy Boy davanti alla spiaggia con palme, ristorantini e negozietti multicolore e ce ne andiamo con il dinghi ad ancorare nelle"piscine"  turchesi di Pigeon Island.
Maschera e pinne: che spettacolo !!!
Quanti pesci, che belli, che colori, che acqua cristallina e calda, che paradiso!!!(Non abbiamo la "GO-PRO" : niente foto subacqueee..per adesso...NdR)
Robi ed io nuotiamo lentamente tenendoci per mano:vogliamo condividere questa meraviglia che ci circonda..
 Ora io, ora lui, indichiamo qualche pesce fuori dal comune o un corallo particolarmente splendido: non possiamo parlare con il "tubo" in bocca, ma i nostri "OOOHHH!!!" credo che si sentano egualmente.
Gli unici battelli autorizzati ad ormeggiare alle cinque boe sono riservati  ai sub : ci si può immergere per la prima volta o ottenere il brevetto "PADI".
Mentre nuotiamo beati,vediamo il battello a motore dei sorveglianti del Parco che  si aggira intorno al nostro "gommino": Robi si avvicina e fa capire che è lui il proprietario.
 Molto gentilmente, in francese, i due ragazzi in uniforme ci invitano a togliere l'ancora dal fondo sabbioso (proibitissimo !!!!, ma non lo sapevamo...) e ad ormeggiare il dinghi ad una delle boe per i  battelli dei "divers":"Mercì de respecter les sites...", e ci salutano con un sorriso " a cinquecento bianchissimi denti".
Rientriamo su Paddy Boy verso il tramonto.
 Dalla spiaggia ci arriva una musica fatta di percussioni, con un ritmo irresistibile.
 "Docciona" veloce e cena al volo: si va a terra per stare con la gente del posto e godere di questi ritmi caraibici .
E' domenica sera e la musica che sentiamo è tipica degli schiavi negri strappati dall'Africa tra il 17° e il 18° secolo, e costretti a lavorare nelle piantagioni di canna da zucchero, principale risorsa di Guadeloupe.
E la "GWO-KA": non si balla in coppia, la tradizione vuole che si possa ballare solo di domenica e che si possa finalmente dare vita a tutta la sofferenza , ma anche alla straordinaria sensualità di questa gente "creola", risultato di un centinaio d'anni di accoppiamenti tra bianchi,neri, indiani e cinesi.
 Si, dopo che gli schiavi negri ottennero la libertà, per mandare avanti il lavoro nelle fattorie e nelle distillerie di Rhum, migliaia di orientali si riversarono , da uomini liberi, sull'isola di Guadeloupe e mescolarono i loro cromosomi con bianchi e negri.
 Il risultato lo vediamo oggi per le vie di Point a Pitre, la capitale: ragazze "creole", esili, con gli occhi "a mandorla" e il nasino all'insù o ragazzi color cioccolato al latte con un fisico "sano" , dalle spalle quadrate con i muscoli ben in vista.
Molti "rasta" dalla pesante capigliatura raccolta in "sacchi" di tessuto colorato che ricade sulle spalle: nessuno di loro ama essere fotografato. Prima bisogna chiedere il permesso e la risposta è quasi sempre un "No" molto secco: pazienza , niente "rasta" sul blog...
Il complesso musicale che si sta esibendo nel piccolo ristorante sulla spiaggia attira un sacco di gente : anche noi ci muoviamo al ritmo dei tamburi, ma le movenze sensuali delle ragazze creole che, sbucando tra il pubblico, si esibiscono con passione,  sono inimitabili!
 Uno spettacolo "primitivo" che nessuna scuola di ballo può insegnare: qui è il "sangue" che parla...
Serata folk molto riuscita: ad un certo punto vengo invitata a suonare una "zucca" piena di semini.
 Faccio del mio meglio e mi diverto un mondo... Robi ,filma il tutto...

Mercoledi, 2 marzo 2016

Rimaniamo a Pigeon island ancora due giorni, poi veleggiamo, sempre con gran calma e goduria pura, verso Deshaies, una quindicina di miglia più a N.
Bella baia, ben riparata, tante boe per l'ormeggio (gratuite!), ma anche tanto spazio per stare all'ancora.
Lasciamo il Paddy Boy al sole e , con l'autobus di linea(8€ /pers/ a-r)ce ne andiamo a Point a Pitre, la capitale, per visitare il "Memorial ACTe" ,un grande edificio inaugurato nel 2015 da F. Holland, che raccoglie storia, manufatti e un centro genealogico dedicati alla tratta degli schiavi. Triste , ma ben fatto e molto interessante.
 Due ore abbondanti di visita  (15€ /persona)con audio-guida in inglese o spagnolo ( niente in italiano...) per conoscere meglio la storia dei Caraibi da Colombo ad oggi.
Una frase ci rimane impressa nella mente:"La libertà è un cibo che lo stomaco dei negri non è ancora pronto a digerire".
 La disse Napoleone Bonaparte nel 1802, ristabilendo la schiavitù in questi possedimenti francesi d'oltremare, dopo che molte menti "illuminate" si erano schierate a favore dei negri e della loro "negritudine", combattendo aspre battaglie politiche per la loro liberazione .   
Quando usciamo il sole sta tramontando .
La "negritudine" è ben visibile intorno a noi, e siamo nella capitale: baracche di lamiera, case di legno diroccate, immondizie ovunque,trasandatezza e sporcizia.
 Mi chiedo: se non ci fosse lo stimolo dell'impronta "bianca",le radici africane prevarrebbero anche oggi, trasformando la città in un villaggio di capanne ?
Eppure ho visto con i miei occhi i ragazzi delle scuole pubbliche, tutti "neri"( e i bianchi??), con la loro uniforme , maglietta "polo" colorata e jeans per i maschi, gonna scozzese al ginocchio e camicetta per le femmine, pulirsi le scarpe dal fango della strada, sul primo gradino del Bus, prima di pagare il biglietto e salutarci con un sorriso e un "Bonjour".
Avete un bel futuro da costruire: non mollate,ragazzi!