Translate

lunedì 31 luglio 2017

Daniel's Bay , " LA "baia!

Domenica 25 giugno 2017
NUKU HIVA

Giornata tranquilla di sole pieno e cielo azzurro intenso :Ohhhh !!!!
Il mare è sempre marron e all'ancoraggio si beccheggia con grandi "pacche" a poppa.
Il nostro caro amico brasiliano, Marco, ci aveva suggerito di trascorrere a NUKU HIVA la stagione degli uragani.C'è un "hurricane houl" a tre miglia da Tiahoa , protettissimo, super tranquillo.
Andiamo a vedere...
Ci tocca un'oretta a motore contro vento con onde di tre, quattro metri.
L'ingresso di Daniel's Bay si presenta  "agitato",stretto tra alte pareti a strapiombo sul mare:meno male che non c'è alcun "reef" sommerso...
OBIWAN  , barca "sprintosa" come sempre apre la via.
Noi li seguiamo ad un miglio di distanza.
Dal VHF  ci arriva la voce di Raffaella:"E' un paradiso! Non c'è più risacca !Vedrete che bel posto!!"
Allora Marco aveva ragione !!!
Filiamo l'ancora in un lago di acqua  verdastra  ma immobile: non ci sembra vero...
Ci fidiamo a fare anche una nuotatina timida intorno al Paddy Boy: se non vedo il fondo io non oso di più e neanche Robi si fida troppo.Qui gli squali ci sono davvero, mica bubbole...!
Inutile dire che lo spettacolo delle montagne che chiudono la baia ci lascia a bocca aperta: si va subito a terra con il dinghi per far due passi sulla spiaggia.
Purtroppo l'acqua vicino a riva è torbida: anche qui un vivace torrentello scarica in mare terra e detriti vari...
Incontriamo una coppia di simpatici isolani che vivono nella casa del "fu" Daniel : trovandoci in costume da bagno ci mettono in guardia contro i "no-nos".
Quelli bianchi, ti pizzicano in spiaggia, quelli neri nel bosco e se ti alzi in quota ti  trovi in pasto alle zanzare.
La signora si difende ungendosi abbondantemente viso gambe e braccia con l'olio di Monoi, aromatizzato con i fiori bianchi e profumati dell'albero di Tiarè .
Come spesso accade il marito non è mai stato punto dai Malefici : un'alchimia del sangue che ti rende inappetibile ?Io ho provato ad ingurgitare regolarmente un pastiglietta di Tiamina ( vitamina B) al giorno per almeno due settimane, su consiglio del farmacista, già quand'eravamo a Cartagena : i Malefici hanno continuato a "masticarmi" come se niente fosse, quindi mi difendo spruzzandomi un repellente con DEET che spero li tenga lontani...
Risaliamo sul "gommino"e tentiamo l'esplorazione della valle nella baia vicina: niente da fare, troppa risacca per scendere in spiaggia.
Sempre i due "nativi" ci avevano indicato un sentiero tra gli alberi che, girando intorno alla collina ,in  venti munuti ci avrebbe portato al villaggetto  di Hakaui: ci hanno raccomandato i pantaloni lunghi ,maglietta e bastone per allontanare i ragni dal sentiero...Già mi si rizzano i capelli in testa...
Ok, non sarà così terribile, andiamo!
Naturalmente Robi davanti con un ramo secco in mano e io dietro attaccata alla sua maglietta:ODIO i RAGNI !!
La passeggiata si rivela meno impegnativa del previsto e la valle di HAKAUI è un giardino tropicale incantevole, percorsa da un torrente ricco di anguille ma senza crescione selvatico :azz..!!
Palme, fiori, profumo di Tiarè, alcune case costruite su blocchi di legno ad almeno un metro dal suolo: qualcosa mi dice che nella stagione delle piogge è facile che il torrente straripi e copra tutto di acqua e fango...
Passeggiando raggiungiamo la casa di una signora molto cordiale che ci invita a pranzo :sono 10 € a testa per gustare la cucina locale.
Prendiamo accordi per il giorno dopo.
Ne parleremo con OBIWAN...
Mentre rientriamo ci imbattiamo in Mae e Kevin, gli australiani  di WHISPER HR.
Loro sono arrivati in valle risalendo il torrente con il dinghi: ecco qual'è il trucco per evitare la passeggiata con i ragni!
Ci offrono un passaggio , noi accettiamo e ci ritroviamo nel loro "gommino" a pagaiare in mezzo metro d'acqua quando va bene...
Dopo qualche centinaio di metri raggiungiamo la foce :bisogna stare ben vicini alle rocce a Sx per evitare le possenti onde di risacca che frangono sulla spiaggia.
Solo qualche attimo da brivido "et voilà", siamo in baia, felicemente a galla, in direzione del nostro ancoraggio. Facile...o almeno così sembra....

NUKU HIVA

Lunedi 19 luglio 2017
Isola di UA POU, arcipelago delle Marchesi, Oceano Pacifico.

Piove incessantemente da un cielo grigio fumo che nasconde le vette dell'isola .
Alle sei del mattino Robi , innervosito dalla notte insonne a causa della risacca, cala in acqua il "gommino" e posiziona la Fortress  con cinquanta metri di cima a poppa del Paddy Boy.La prua alle onde rende subito la vita a bordo più confortevole.
Che dire del Portolano che dà questo ancoraggio come il più confortevole e meglio ridossato dell'isola??"La carta se lassa scriver...!"
Il meteo non ci aiuta: mare da molto mosso ad agitato, cielo blu scuro all'orizzonte.
Rimandiamo a domani la partenza per NUKU HIVA e cerchiamo di scendere a terra per esplorare il paesino.
Raffaella trova subito un Wi Fi che però ha un segnale debole : altra "rompitura"  costante in questo arcipelago...
Il noleggio di un veicolo "4wd" per un giorno richiede ben 130 € :l'isola, appena possiamo scorgerla dal mare, ci sembra  assolutamente magnifica , però ha soltanto due strade e si gira tutta in poche ore...Rinunciamo...
Quando le nuvole si alzano aprono il sipario sulle guglie gotiche verdissime , rigate da cascate argentee:UA POU è spettacolare, ma stare qui a rollare lo è molto meno...

Martedi 20 giugno 2017
Ore 14.30 
Raggiungiamo NUKU HIVA  a vela, sempre preceduti da OBIWAN che sbarcherà qui Alessandro , l'ospite caricato a Las Perlas.
L'ancoraggio nella baia di TIAHOA  ,circondato dalle magnifiche  pareti a picco delle verdissime montagne di NUKU HIVA , ci riserva la solita acqua marron , onda di risacca e tante altre barche rollanti intorno a noi.
Ah! ,queste Marchesi, "croce e delizia" di noi naviganti , miracolo della natura che offre, nel mezzo dell'Ocaeno Pacifico,cascate di acqua purissima ,fiumi ,valli ricolme di fiori profumati ,palme da cocco ,banane, papaia e pomplemoussee , e poi ti fa soffrire all'ancora notte e giorno, senza neanche il ristoro di una bella nuotata...
E come se non bastasse anche qui piove,piove,piove...peggio che in Austria!
Si va avanti a pastasciutta condita con il pesto in vasetto oppure piselli in scatola saltati in padella con la cipolla .Le varianti sono:minestrone di fagioli secchi ,farro, orzo,lenticchie con carote in scatola e cipolle.
Cipolle  e aglio si trovano un pò ovunque , le patate no.
Ho provato gli spinaci in scatola della Bonduelle: ...lasciamo perdere...
Robi è molto preoccupato per il suo diabete:questa dieta monotona ricca di carboidrati e priva di verdura fresca sta mettendo a dura prova la sua glicemia.
Le pastiglie non bastano, bisogna cambiare alimentazione!
Unica nota positiva in tutta questa tristezza culinaria sta nel fatto che abbiamo perso 7 kg in due mesi di navigazione e l'appetito se ne è andato del tutto.
Mettersi a tavola non è più una gioia, anche se la cambusa fatta a Panama ci sembrava azzeccata e soddisfacente:la realtà che stiamo vivendo ci dimostra il contrario...

Mercoledi 21 giugno 2017
Ci spostiamo in fondo alla baia con àncora  Fortress e cima  di poppa per rollare di meno.
Si  sta meglio, ma la poppa si alza quasi di un metro quando l'onda che frange sulla spiaggia di ciotoli neri torna indietro.
Spostiamo il "gommino" sul lato di dritta:se finisce sotto la poppa lo perdiamo di sicuro.
Piove "a cascata"per tutta la notte .
Gli oblò devono rimanere chiusi e si soffoca :bisogna attaccare i ventilatori altrimenti non si dorme...
Stagione secca?Ma va ....!

Giovedi 22 giugno 2017
Abbiamo quasi affondato il gommino !!!
Robi non si è accorto di averlo legato tra la bitta centrale e quella di poppa esattamente sotto lo scarico dell'ombrinale: al mattino l'acqua piovana lo ha riempito a tappo !
Prima sgottiamo a mano e poi lo issiamo fuori dall'acqua con i paranchi del roll bar di poppa .
Togliamo il tappo e finalmente un centinaio di litri di acqua dolce possono riversarsi velocemente in mare.Povero gommino,se l'è vista brutta...
Per vivere su queste isole ci vuole una casa con l'aria condizionata e una marea di soldi : il governo locale campa con le tasse di importazione e tutto costa caro, però vedi gli isolani che girano in SUV e ben vestiti. Il territorio è libero dalle immondizie e molto curato, ma  non ci sono attività commerciali di  rilievo. Insomma da dove salta fuori il denaro che circola sull'isola? La raccolta e l'essicazione delle noci di cocco (copra) è in declino da anni , il turismo ci sembra miserello e non ci sono aziende locali abbastanza importanti da trainare l'economia: sovvenzioni cospique dalla Francia ?? Può essere...
Ci  lanciamo in queste riflessioni politico/economiche mentre continua a piovere e si beccheggia da paura,ma almeno non si rolla...

Sabato 24 giugno 2017
Finalmente il cielo è tornato azzurro !!!
Ci concediamo una giornata di fuoristrada a noleggio: siamo curiosi di vedere l'interno dell'isola, dobbiamo anche fare il pieno di Diesel alla barca con le taniche e siamo stufi marci di stare chiusi a bordo.
Costo del noleggio 130 € da dividere con Giovanni e Raffaella .
Si va ! NUKU HIVA è super-spettacolare:dall'alto delle sue montagne il panorama è incantevole.
Arriviamo ad un pianoro con prati verdissimi , foreste di pini e mucche al pascolo .L'aria è secca e tira un bel vento, quasi da maglioncino.
Ci vien voglia di accendere il riscaldamento dell'auto : siamo improvvisamente in Baviera??? No, sempre sull'isola di NUKU HIVA, persa nel blu del Pacifico...un miraggio reale...
Vogliamo "strafare" e ci concediamo pure un pranzo al ristorante nella baia di   Hatiheu (8°48,80'S; 140°05,00W) sulla costa Nord dell'isola.
Ordiniamo aragosta alla griglia e "stufata" , gamberetti  all latte di cocco con contorno di frutto dell'albero del pane bollito, riso al latte di cocco e papaia verde grattugiata. Appena la gentile signora appoggia i piatti in tavola si scatena una nuvola di mosche fameliche: facciamo fatica a tenerle a bada.
Verrebbe voglia di alzarsi e andarsene, ma le pietanze sembrano appetitose e abbiamo tutti, decisamente,fame !
La battaglia anti insetto malefico dura per tutto il pranzo e si intensifica ai primi morsi di zanzara: non se ne può più !
Le aragoste erano buone,i gamberi un pò meno, il prezzo accettabile, le mosche fastidiosissime , le zanzare insopportabili :esperienza da non ripetere...
Nel nostro giro con il SUV dobbiamo guadare ben tre corsi d'acqua, ammiriamo cascate inarrestabili e una vegetazione sorprendente.
Siamo tutti d'accordo :NUKU HIVA è bellissima, ma non vediamo l'ora di salpare l'ancora e di trovarci , finalmente nell'acqua limpida di un atollo dove vedi la sabbia del fondo anche con dieci metri o più sotto alla chiglia.
Domandiamo troppo???

UA POU e NUKU HIVA

17 giugno 2017
HIVA HOA, baia di Hanaiapa (9°42'S ; 139°01'W)

Nel paesino di Hanaiapa davanti al nostro ancoraggio finalmente trovo una verdura fresca commestibile e direi deliziosa: il crescione.
È una pianta acquatica che cresce spontanea nei ruscelli di acqua limpida dell'isola, continuamente alimentati dalle piogge in montagna, con fogliette carnose dal gusto dolce/amarognolo.Una via di mezzo tra la valeriana e la rucola.
Chiedo ad una signora del posto se posso raccoglierla:non c'è problema,la pianta selvatica è a dispisizione di tutti.Evviva, passeggiando nel torrente ne raccolgo un bel mazzo:finalmente posso mettere un pò di verdura fresca in tavola !
Basta frutti dell'albero del pane  dal sapore di patata dolce : all'inizio sono una novità e ti sforzi di inventarti ricette che riescano a renderli appetitosi, poi semplicemente ti stufi di loro. Il mio intestino li riconosce come "alieni" e reagisce subito con i famosi "effetti collaterali indesiderati" : per fortuna a bordo abbiamo due WC...

Domenica 18 giugno 2017
Ore 6
Si salpa con un'alba bellissima alla volta di UA POU, 64 Nm, con la prospettiva di ancorare nella baia di HAKAHAU ( 9°21'S ; 148°03'W)  (Visto che nomi ???)
Si procede a vela con fiocco tangonato e randa piena :velocità 7 kts costanti.
Ore 14
A 20 Nm da UA POU  abbocca qualcosa di grosso!
Robi va alla canna al giardinetto di Sx mentre io ,affannosamente, rollo il fiocco con il tangone per rallentare un pò la barca.
La randa rimane issata: c' è tanta onda e facciamo almeno 5 nodi.
Sembra che il pescione stavolta sia ben allamato.
Mi tocca uscire dal pozzetto ,  ricuperare il "raffio" a poppa e tenermi pronta ad uncinare la preda .
La barca rolla da paura e va via veloce mentre Robi cerca di stancare il pesce prima di issarlo a bordo.
OBIWAN segue la scena da vicino :stiamo navigando in parallelo da qualche ora e loro saranno gli unici testimoni della cattura anche perchè ,con questo mare e la barca che rolla da paura non mi metto di sicuro a far foto!
Finalmente vediamo la nostra preda : un "dorado" bellissimo, con dei colori eccezionali  che purtroppo svaniranno al momento della sua morte.
Io devo farmi forza e arpionarlo in profondità: sarà sugli otto chili ??
Ed ecco che lo issiamo a bordo, mettendoci tutta l'energia possibile, evitando di finire in mare, noi e lui!
Da OBIWAN arrivano le congratulazioni via VHF : meno male che saremo in cinque a godere del pescato...
Ficchiamo la preda in un grande sacco nero di nylon e riprendiamo la navigazione a tutta vela verso l'ancoraggio di UA POU.
Ore18
Arriviamo a HAKAHAU e filiamo l'ancora mentre un 'onda di risacca intorno al metro e mezzo ci fa capire che la notte non sarà delle migliori...
C'è il pescione da pulire: 8kg per 130 cm di lunghezza.
Robi, con coltellaccio e frontale si sistema sulla spiaggetta di poppa mentre la risacca non dà tregua. Niente foto : è buio pesto e siamo stanchi.
Se qualcuno si chiedesse quale esca ci abbia regalato una preda così ambita è presto detto: nè Rapala nè altre finezze tecnologiche.
Un sacchetto dei crackers,rosso da una parte e argento dall'altra, tagliato a striscioline sottili simile ad un gonnellino che nasconde una serie di tre ami ,il tutto attaccato ad un cavetto d'acciaio da un millimetro, lungo  trenta cm, a sua volta annodato strettamente alla lenza da un millimetro di diametro.
Sistema "casareccio"escogitato dallo skipper :funziona!
Adesso ci possiamo abbuffare di pesce fresco indenne da "Ciquatera" poichè pescato al largo, senza contatti con la barriera corallina.
Scatta l'invito a cena sul Paddy Boy per l'equipaggio di OBIWAN : per fortuna accettano !
Adremo avanti così per tre giorni di fila...8kg sono tantiii !!

Alle Marchesi si rolla!

Mercoledi 14 giugno 2017
Arcipelago delle isole Marchesi, Oceano Pacifico,Polinesia francese

Insieme a OBIWAN lasciamo FATU HIVA diretti a NW,isola di TAHUATA.
Distanza  40Nm, rotta 295° .
Raggiungiamo la baia di HANE MOE NOA(9°45'S ; 139°06'W) :unico ancoraggio delle Marchesi su sabbia chiara e acqua abbastanza trasparente...Da non crederci!!
La risacca è sopportabile, ma la baia,anzi le due baie gemelle interrotte da un basso promontorio roccioso, sono affollate di barche.
Altri "disperati"alla ricerca di un mare "possibile" qui alle Marchesi...
Due giorni di relax,finalmente si dissala , poi si riparte alla volta di HIVA HOA dove,con calma, troveremo l'ufficio della gendarmerie per fare l'ingresso in Polinesia francese.
Per noi cittadini europei non ci sono problemi : possiamo stare qui  finche' ci va, MA dopo tre anni di permanenza in queste acque LA BARCA e' sottoposta ad una tassazione pari al 25%del suo valore da versare al governo polinesiano.
Non ci casca nessuno...
Basta uscire dai territori francesi d'oltremare, farsi circa 700 miglia verso le isole Cook, stato indipendente, fare lì le pratiche di ingresso e uscita e poi tornare,più o meno di bolina stretta, verso le Isole della Società( Tahiti, Moreea,Raiatea,Bora Bora,ecc.)
Per i NON-europei la faccenda si complica : solo TRE MESI di visto ed altre "rogne" quali l'assicurazione sanitaria e il deposito bancario, che pongono dei fastidiosi "paletti "ad una permanenza prolungata .
Queste isole altissime,verdissime,ricche di fiumi e cascate,hanno tutte lo stesso problema : si deve ancorare in 10/15 mt,in baie aperte alla risacca, con acqua fangosa ,dovuta alla foce del fiume presente in ogni baia  e fondale che non si sa se tiene...
Niente nuotate rilassanti, nenche tentare di dissalare...
E si va avanti così, incantati dai paesaggi  e dai sorrisi dei nativi,ma stanchi dei disagi a cui siamo sottoposti.
A  Hiva Hoa ci fermiamo in una baia a Nord dell'isola , sempre in compagnia di OBIWAN.
Preferiamo noleggiare per due ore  un'automobile con autista (8€ a testa:ottimo prezzo) per raggiungere la cittadina di Atuona(20km) dove faremo le pratiche di ingresso.
Scelta vincente:la piccola baia melmosa a Est del centro di Atuona  è rollante e farcita di barche all'ancora.
Noi stiamo bene da soli nella baia lontana dalla città...
Nei due piccoli supermercati la tristezza di sempre: niente verdura nè frutta fresca,solo qualche banana e i pomplemousse che saranno anche buoni, ma a lungo andare creano degli "effetti collaterali"poco piacevoli.
Comperiamo alcune "baguettes" appena sfornate:è già un lusso...un caffè costa 4€!
Al pensiero di una bella insalata mista con pomodorini e rucola gli occhi si riempiono di lacrime... se poi osiamo sognare un antipasto di crudo di Parma e melone i singhiozzi non si fermano più!
Le scartoffie ci portano via solo alcuni minuti .
Non si paga alcuna tassa d'ingresso.
Il poliziotto di turno è un francese di Marsiglia che rincara la dose:"Fettuccine al ragù, se bòn,oui?" Aagghhh!!!
Aprofittiamo dell'automobile a nostra disposizione per visitare un sito archeologico in montagna,a pochi km da Atuona.La nostra autista ci chiede 400XPF(4€~) extra a testa per la visita:ci sta....?!
Il sito è spettacolare,circondato dalle montagne con una vegetazione tropicale dai colori intensissimi.
Di archeologico c'è una piattaforma in pietra lavica dove si svolgevano riti sacrificali , dicono anche umani...
Molto meglio alzare gli occhi per godersi la cascata sulla parete a strapiombo davanti a noi.
Tornati al fuoristrada ci accorgiamo di una nuvola di zanzare fameliche che hanno invaso l'abitacolo:non si lasciano i finestrini aperti!!
Che incubo!!

giovedì 27 luglio 2017

A cena da Nadia

Fatu Hiva

Puntuali Robi ed io ci presentiamo la mattina dopo alla “Mairie”,l’amministrazione comunale di Hanavave.

Una casettina pitturata di fresco con annessi ufficio postale,dispensario e gendarmerie.All’esterno un largo portico ombroso con delle panche in legno dove aspettare il propio turno.

Nadia è già lì.Appena arriviamo chiama al telefono il poliziotto che arriva in motorino dopo qualche minuto.

Facciamo presto:Nadia traduce per noi in francese,il poliziotto comprende che non vogliamo infierire e ci assicura che parlerà con i ragazzi e i loro familiari.

Ci spiega anche che la piaga dell’alcoolismo sta diventando pesante tra la popolazione delle Marchesi.

Sta a noi turisti non alimentarla incautamente.

Salutiamo il poliziotto con un gran sorriso da parte sua.

Nadia è rimasta con noi ed a questo punto ci sorprende con un invito a cena a casa sua per il giorno dopo.Davvero?? Magnifico!! Le diciamo che saremo in cinque persone,coinvolgendo anche Alessandro ,Raffaella e Giovanni.Nadia accetta con entusiasmo.

Il giorno dopo,poco dopo il tramonto, abbiamo appuntamento con Stevie,il giovane marito di Nadia ,davanti alla Chiesa di Hanavave.

Che sorpresa:Stevie arriva con corone di fiori freschi per me e Raffaella e collane di fiori profumati di tiarè per gli uomini del gruppo.Un’accoglienza inaspettata che ci lascia a bocca aperta!

Mentre “infiorati “e sorridenti percorriamo a piedi le viuzze  verso la casa di Nadia e Sevie,i paesani ci salutano e ci augurano “bon appetit”: la notizia dell’invito a cena ha già fatto il giro del paese…

Nadia ci accoglie con una tavola imbandita degna di un grand hotel:insalata di papaia verde finemente gratuggiata e crescione dolce (appena raccolto dal torrente vicino a casa),frutto dell’albero del pane bollito nel latte di cocco, pollo cotto nel latte di cocco,riso in bianco cotto nel latte di cocco,banane , cioè platanos,fritte e alla griglia,,trancetti di pesce cotti nel latte di cocco,una incredibile pizza”bianca” con formaggio fuso e, per finire, macedonia di “rond button”,papaia matura,pomplemousse e banane dolci.

Assaggiamo tutto con gran piacere:il latte di cocco prevale come ingrediente in questo banchetto isolano.Sono gusti nuovi che stiamo imparando a riconoscere e che,col tempo,riusciremo ad apprezzare.

Sicuramente è una dieta ricca di zuccheri ,tendente al dolce in ogni portata e la stazza abbondante degli isolani ce lo conferma.Per il diabete di Robi la cena è veleno puro,ma,per una volta si può sgarrare...

Per ringraziare Nadia e Stevie della loro ospitalità,alla fine della serata offriamo loro dei doni: uno dei miei “poncho”all’uncinetto,una Tshirt ,una bottiglina di rhum(oops!)..OBIWAN fa altrettanto.È stata un’esperinza veramente unica che ci ha permesso di”entrare” un pochino di più nella vita di quest’isola.

Salutiamo i padroni di casa che ci accompagnano lungo la strada per il porticciolo.

Dal furto del nostro dinghi ad una simpatica cena tra amici...Fatu Hiva ci ha sorpreso una volta di più.

Fatu Hiva

9 giugno 2017

Fatu Hiva, Baia delle Vergini.

Le barche che hanno appena attraversato il Pacifico e si fermano qui all’ancora le riconosci subito dal tangone per il fiocco che continua a sporgere sul lato di sinistra e dallo scafo decisamente lurido impataccato di alghe marron ben oltre la linea di galleggiamento.

L’ancoraggio è improbabile:fondo di sassi e fango,”cattivo tenitore”, con raffiche fino a 30 nodi che si incanalano dalle montagne dell’isola nella valle di Hanavave.

L’acqua del mare è marron :il fiume che sfocia a poche centinaia di metri scarica terra rossa e detriti in tutta la baia.

Dopo 23 giorni di navigazione non ci possiamo neanche tuffare nè farci una bella nuotata.Di dissalare non se ne parla propio.

Per fortuna abbiamo ancora 100 lt di acqua nel serbatoio di poppa:bisogna andar cauti con la doccia.Ci si lava a pezzetti:la sensazione di essere sudici non ci piace propio, ma ci dobbiamo adattare.

Un barchino di metallo si affianca al Paddy Boy:a bordo quattro uomini tatuati e sorridenti.Ci chiedono se vogliamo frutta:pomplemousse, banane,papaia.Siii!!

Non vogliono denaro, ma rhum, o birra o vino: purchè sia alchool !

Abbiamo a bordo alcune bottigliette di rhum pronte per l’occasione.Ci danno la frutta : un caschetto di banane striminzite e cinque succosi pomplemousse.Diamo loro il rhum e storcono il naso:troppo poco...Aggiungo due birre,ma non va ancora bene...Robi non è disposto a discutere oltre e i quattro se ne vanno salutandoci senza alcun entusiasmo…

L’isola, verdissima,è ricca di acqua,ma non c’è alcun servizio per le barche in transito.Si può sbarcare solo con il dinghi, legando la cima  ad un unico anello di ferro arrugginito su un alto muraglione di cemento protetto da un frangiflutti di massi lavici.

Un gruppo di operai , con macchinari moderni ed attrezzature anti infortunistiche “europee”,sta costruendo un nuovo molo all’interno del ridosso esistente.Dovranno anche dragare il fondo per consentire l’attracco alle barche che scaricano i viveri dalla”Aranui”,la nave con le scorte alimentari che raggiunge le Marchesi partendo da Tahiti ogni due settimane.Bisogna dire che lavorano dalle 6 del mattino alle 8 di sera :ci stupisce tanta buona volontà. I polinesiani sono diversi dai Caraibici !

Appena scendiamo a terra ci rendiamo conto che pomplemousse e banane crescono nella foresta intorno al paese:li possiamo raccogliere da noi, nessuno se ne cura...Furbacchiotti i quattro del barchino !

11 giugno 2017

Anche OBIWAN ha concluso felicemente la trsversata del Pacifico ed ora è all’ancora vicino a noi.Raffaella Giovanni ed Slessandro finslmente possono riposare..

Noi passeggiamo per le viuzze cementate di Hanavave .Uomini e donne ci invitano dalla porta di casa a vedere il loro lavoro artigianale di intarsio del legno.Nessuno insiste per assicurarsi un acquisto:sono tutti gentili e sorridenti.Ci piacciono!

Incontriamo di nuovo la combriccola del barchino:gli unici ubriachi in tutto il paese…

Poco prima del tramonto ci giunge il canto dolce dei paesani riuniti in chiesa:una lingua a noi sconosciuta con una musicalità  rilassante.

Ci incuriosisce tanto da sederci anche noi tra i fedeli nella piccola chiesa bianca senza vetri alle finestre:l’aria della valle entra liberamente e rinfresca tutti noi.È finita l’afa insopportabile di Portobello e Panama.

Questo clima ci piace, ma dobbiamo fare subito i conti con i malefici,terribili “no-nos”, le micro zanzare invisibili in agguato nel verde , purtroppo parenti strette delle “citras”conosciute alle San Blas.Speravo di non incontrarle mai più e invece devo spruzzarmi gambe e braccia con il repellente al geranio,oppure “olearmi” con l’olio di “monoi”, ma le maledettissime non danno tregua e i”bozzi” continuano a prudere per almeno una settimana!

Un deciso rullo di tamburi ci guida ad una ampia sala  con il pavimento di cemento grezzo situata in riva al mare nei pressi del campo sportivo.Si tengono ogni sera le prove di ballo per un “festival” di fine anno sull’isola di   Nuku Hiva        .Una decina di tamburi,almeno cinquanta ballerini tra uomini donne e bambini ed un affascinante maestro/a “gay” elegantemente acconciato con coroncina di foglie perfettamente intonate al pareo e alla T shirt verde mela.Un’ora e mezza di balli tipici in cui anche le più ciccione del paese ancheggiano con assoluta maestria: qui nessuno giudica nessuno.Ci sembra gente serena,tollerante,felice di stare insieme, lontana dalla schiavitù dello schermo televisivo.Meglio il ballo !!

Torniamo al porticciolo verso le nove di sera:notte fonda.È con noi anche Alessandro,l’ospite di OBIWAN.Ma...dov’è il nostro dinghi?Panico ! Non c’e più !! Il moletto è deserto!CE LO HANNO RUBATO !!! E adesso come torniamo in barca ???

Chiediamo aiuto ad una coppia che avevamo notato in chiesa e che sta passeggiando vicino al molo:forse hanno visto qualcosa? No,non ne sanno niente..I minuti passano: e adesso che facciamo ??? Improvvisamente,dal buio,ecco che arriva il rumore del fuoribordo e subito dopo compare l’inconfondibile sagoma arancio/turchese del nostro amato”gommino”.A bordo due ragazzotti :accostano al molo come niente fosse e mi lanciano la cima di ormeggio.Li guardiamo a bocca aperta mentre scendono a terra e di avviano alle loro biciclette appoggiate alla roccia.

La signora polinesiana , che per fortuna parla inglese,chiede spiegazioni:i due si inventano che il dinghi si era slegato ,stava andando alla deriva e loro ce lo hanno salvato...Nessuno ci casca neanche per un attimo! Nadia, la signora, capisce subito di cosa si tratta: baratto notturno di frutta in cambio di alchool.I due hanno usato il nostro dinghi con  tranquillità, come fosse un loro diritto...Mentre stanno per andarsene, uno di loro torna al molo e ricupera un pacco di biscotti che aveva dimenticato nel nostro “gommino”: ma si può??!

Noi non sappiamo cosa fare:Nadia ci suggerisce di denunciare il fatto alla “gendarmerie”.È stata sicuramente una “bravata”, il “gommino”è tornato al suo posto,non vogliamo infierire, ma ci sembra anche giusto che il caso venga segnalato a chi di dovere per evitare ad altri equipaggi un incubo simile a quello che abbiamo vissuto noi.

Scopriamo che Nadia è l’unica infermiera di Fatu Hiva ed ha il suo dispensario vicino all’ufficio della gendarmerie.

Passeremo da lei la mattina dopo e lei stessa ci aiuterà con l’unico poliziotto in servizio a Hanavave che parla solo il francese o il marchesano.Ritorniamo alla barca pensierosi e increduli : il primo impatto con questa bellissima terra è stato”pesante”...

Pacifico, si va!

In tre giorni di sosta alle Galapagos abbiamo imparato che il governo equadoregno spreme i velisti fino all’ ultimo centesimo e che le foche la fanno da padrone nel porto di Baquerizo Moreno.

OBIWAN se ne e’ trovata una simpatica ma puzzolente in pozzetto

.Mai lasciare il dinghi in acqua: si riempirebbe di foche e puzzerebbe di pesce marcio nei secoli dei secoli…

Per raggiungere terra si chiamano le taxi- lance veloci con il VHF ch 12: un dollaro a persona per corsa.Accettabile : sopratutto non c’e’ alternativa..

Andiamo con un taxi (3$ a testa per fare 5km ) all’ingresso della” Loberia”, una lunga spiaggia frequentata da leoni marini, foche e surfisti. Nessun leone marino in vista..solo qualche intrepido appassionato che cavalca i frangenti e due o tre fochette scatenate che danzano tra le onde divertendosi un sacco.

Siamo rimasti a bocca aperta davanti a tanta gioia di vivere!!

Lungo il sentiero quasi inciampiamo nelle inquietanti grassocce iguana nere delle Galapagos, mimetizzate tra le rocce laviche.

Abituati alle meravigliose creature preistoriche dei Caraibi,queste ci sembrano propio brutte ,tozze e goffe.Appena entrano in acqua,pero’, mostrano un’agilita’invidiabile.

Tre giorni...dobiamo ripartire.

La sfida dell’Oceano Pacifico e’davanti a noi.

OBIWAN se la prende più comoda e prenota un’escursione giornaliera con immersione tra gli squali martello…

Niente di più lontano dai miei desideri,anzi direi che la vista di uno squalo martello non mi farebbe più dormire:no grazie,io non vengo!!

Per fortuna anche Robi non ha grandi entusiasmi in proposito…

Mercoledi 17 maggio 2017

Ore 9.00

Partenza da Baquerizo Moreno ,isola di San Cristobal,Galapagos,per le isole Marchesi ad esattamente 2978 miglia da qui.

Giovedi 8 giugno 2017

Ore 16.30

Arrivo a Fatu Hiva, baia di Hanavave o “Baia delle Vergini”,isole Marchesi, Polinesia francese.

Ce l’abbiamo fattaaaaaaaa !!!!!!!

Siamo vivi,in salute,stanchi morti ma felici dopo 23 giorni ininterrotti di mare,onde,sole,nuvoloni neri e pioggia,cieli meravigliosamente stellati e anche notti di luna piena.

Il Paddy Boy è intatto : solo un carrello rotto sulla penna della randa steccata a causa delle onde e del poco vento.Robi ,graaandeee Robiiii,lo ha riparato in navigazione!!!

Il nuovo pilota automatico ha funzionato senza problemi per tutta la traversata: consuma più batterie del vecchio pilota, ma non va mai in “standby” .

Ottimo il lavoro del nostro caro amico Marco.

Abbiamo mangiato tante verdure  in scatola e razionato con cura le maracuja, le mele e le banane che abbiamo trovato alle Galapagos. Robi ha mangiato tanta pasta e tanto riso:il suo diabete non ringrazia….

Non abbiamo mai pescato un accidenti di niente,ma varie volte abbiamo perso tutto a causa di qualche bestione che ha abboccato senza darci neanche la soddisfazione di issarlo a bordo…

Abbiamo usato il motore per ben 157 ore : il signor Aliseo Stabile si è fatto attendere a lungo.

Vedere finalmente terra dopo tanto tempo è stata un ‘emozione fortissima. Abbiamo sempre navigato affidandoci all’elettronica del GPS di bordo equipaggiato con le carte Navionics, ma a volte, nell’immensità dell’Oceano ci siamo chiesti:” Raggiungeremo mai la terraferma o ci stiamo perdendo per sempre in questo blu senza fine?”

Ed eccoci qua,grazie a Dio,all’ancora su 15mt di fondale di fango e pietre ,rollanti,molto rollanti ,giorno e notte…, con violente raffiche di ricaduta dalla valle di Hanavave,ma circondati da una natura magnifica fatta di picchi verticali ricoperti da una vegetazione tropicale insolita ed a noi sconosciuta, ansiosi di mettere piede a terra per continuare questa avventura.