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venerdì 24 marzo 2017

Francesco e Giovanna

Cancombia:la nostra "piscina"alle San Blas







11 Febbraio 2017

A Cancombia,la nostra isoletta del cuore,conosciamo Ezio,goriziano,abbronzatissimo,sessantasette anni vissuti tra alti e bassi, con ,alle spalle, anche una discreta carriera nel cinema.
Naviga da qualche anno alle San Blas su un” Hunter 33” con cui si guadagna da vivere facendo charter.       
La barca e’ piccolina ,mal tenuta,sembra proprio agli sgoccioli, ma Ezio è positivo:vive in paradiso,innamorato di questo Arcipelago, e di tutte le “marinere” che ingaggia di volta in volta come hostess di bordo “a tutto servizio…”
In questi giorni con lui c’è Paola, colmbiana”burrosa” tutta tette e sorrisi…
Ezio ci ha invitato per un aperitivo sulla sua “Jemangià”: perchè no?
Arriviamo con il dinghy mentre c’ è grande trambusto in pozzetto: un signore italiano dalle dimensioni “importanti” sta tentando di aggiustare il pilota automatico.
Ci presentiamo:Francesco, chef di classe , accompagnato da Giovanna, sua moglie,timida, piccolina,quasi imbarazzata nel suo bell ‘abito bianco da aperitivo..Noi tutti sfoggiamo l’ ultima maglietta pulita : qui la lavatrice è un lusso.
Si chiacchiera, ci si conosce, ma rimane l’ insolita situazione di un ospite pagante che sta aggiustando la barca su cui deve fare una settimana di charter ...
Li incontriamo il giorno dopo a Narganà dove Lino, indigeno Kuna intraprendente, sforna  ogni giorno il pane più buono delle San Blas a 10 cent al pezzo.
Francesco e Giovanna hanno tante avventure da raccontarci: hanno già girato mezzo mondo via terra, comprando ogni volta una macchina usata e rivendendola poi alla fine del viaggio.
Sognamo insieme: a loro piace l’ idea della vita in barca, ma l’ -esperienza a bordo di “Jemanjà” li sta deludendo...Poco spazio, barca scomoda, continue rotture.
“Ma come diavolo ci siete capitati sulla barca di Ezio ?”  “Lo conoscevmo da prima, un amico…”
Torniamo a Cancombia: per i prossimi quattro giorni Ezio ha prenotato per i suoi ospiti una capanna Kuna a Salardup.
Niente da dire,il posto è carino, ma l' esperienza in barca finisce così?
Robi ed io ci guardiamo: e se li ospitassimo noi?
Non vogliamo una lira: è solo il piacere di stare insieme che ci ha dettato questa proposta insolita per il Paddy Boy..
Accettano!
La cabina di poppa viene subito preparata per gli ospiti e immediatamente Francesco si mette ai fornelli,deliziandoci con piatti semplici a base di pesce, aragoste, verdure, frutta fresca.
Lo fa per sdebitarsi...e noi apprezziamo molto le sue ricette!
Quattro giorni insieme volano!!
La matina del 15 febbraio i loro bagagli sono pronti: alle 5.30 arriva la lancia veloce che li porterà all ' aereoporto.
Ci abbracciamo: Francesco ci lascia in custodia la sua attrezzatura da pesca alla traina con la promessa di rivederci alle Marchesi..
Giovanna pensa già ai due figli adolescenti che la aspettano a casa.La loro vita riprenderà come sempre, tra i mille impegni quotidiani.
Noi speriamo di aver lasciato nei loro cuori un bel ricordo di amicizia spontanea e condivisione.
La vita in barca è bella perchè è cosi ricca di sentimenti che, a volte, la città soffoca.




giovedì 23 marzo 2017

San Blas:la Giuli in crisi.


Cambombia

Green island

Cambombia

Green island
San Blas
Dicembre 2016/Gennaio2017


Ciuffetti di palme sparsi che punteggiano l’ orizzonte .
Mentre ti avvicini navigando  la sabbia bianca traccia una linea candida che si tuffa nelle più delicate sfumature del mare: acquamarina, azzurro pallido,turchese,blu intenso.
I miei colori preferiti, insieme a tutti i toni del verde .
Qui le montagne dell’ Istmo di Panama chiudono l’ orizzonte ad Ovest.
 Qui finisce l’Oceano Atlantico :davanti a noi la barriera verde della Comarca de Kuna Yala, foresta vergine disabitata e impraticabile.
Qui la Giuli entra in crisi…
La navigazione all’ interno dell’ arcipelago è  abbastanza semplice : poche miglia tra un ancoraggio e l’ altro.
 Bisogna prestare molta attenzione alla barriera corallina, quindi l’ approccio all’isola va fatto sempre con il sole alle spalle , una persona a prua ed un occhio alle carte dettagliate di Erik Bauhaus scaricate sul Tablet nel programma Open CPN, ma questi sono dati tecnici …
Perche’  in crisi ?
Perche’ comincio a pensare che ci si puo’ fermare qui, che il nostro viaggio ci ha portati in un posto magnifico, che non potremmo trovare di meglio come natura ,che l’ idea di fare il Pacifico mi spaventa…
Il nostro  Paddy Boy ha subìto il primo guasto importante , quello all’impianto idraulico del timone.
Per fortuna a Cartagena tutto è stato riparato in breve tempo, ma l’ angoscia mi è rimasta come un groppo nello stomaco…
Qui alle San Blas c’e’ un”Condominio” , come lo definisce Claudio di “Virginia”, fatto da almeno una trentina di barche di italiani che vivono  da anni tra queste isole.
L’ atmosfera che si respira ascoltando i loro dialoghi sul CH68 e’ quella di “Alto Gradimento”, Arbore e Boncompagni, Rai Radio 2, anni settanta: una raffica di battute goliardiche e di benevole prese in giro reciproche, alternate ad inviti per BBQ ,feste di compleanno o aperitivi in spiaggia.E chi sta meglio di loro?...
Vien voglia di aggregarsi alla compagnia e godere di questo paradiso, dove pesce, aragoste, frutta fresca, pane appena sfornato ,ma anche benzina e gasolio ,arrivano, senza un orario o un giorno preciso, ma prima o poi arrivano, direttamente in barca con le canoe di legno dei Kuna.
Perche’ ripartire?
Qui si puo’ esplorare l’arcipelago e cambiare ancoraggio ogni giorno, oppure ci si innamora di un’ isola , come e’ sucesso a noi.
Cambombia, la nostra “piscina “privata: àncora e cime a terra tra le palme da cocco,al riparo da vento e onde, nel silenzio.
All’ estremita’ Ovest della spiaggia alcune capanne Kuna: ci vive la famiglia di Occasiano, pescatore di polpi e aragoste.Le donne di casa cuciono incessantemente le “molas” che vendono ai turisti: e’ il loro modo per incrementare il reddito familiare, ma senza stress…
Hanno gia’ tutto quello che serve: cocco, pesce, acqua dolce.
 Noi turisti siamo un qualcosa “in piu’”,qualcosa che e’ entrato nella loro vita semplice e che sta lentamente inquinando le loro esistenze .
Noi “occidentali” abbiamo introdotto l’idea di “possesso” in una societa’ dove la ricchezza, gestita in comune dalle famiglie di ciascun villaggio e’ sempre stato alla base della loro cultura.
Adesso il denaro ha sostituito il baratto: ci e’ capitato di scambiare un’aragosta con una lattina di birra fresca, o un pacchetto di caffe’ con alcuni chili di arance e pompelmi, ma ci hanno anche chiesto 3 dollari a testa solo per scendere su un’isola, con la scusa che loro la stanno ripulendo dalle immondizie…
La plastica e’ il vero dramma delle San Blas: un degrado visibile ovunque, che inquina spiagge e villaggi.
I Kuna convivono con la spazzatura non biodegradabile : in parte la bruciano a cielo aperto, in parte la ignorano lasciando che il mare  la distribuisca a caso…
Lo stato di Panama non se ne occupa. La Colombia ,sopra vento rispetto alle San Blas, e’ la prima fonte di questo degrado: i sacchetti di plastica dei supermercati navigano indisturbati per centinaia di miglia e si arenano sui reefs delle San Blas, ma il primato spetta ai “crocks”,ciabatte di gomma colorate, presenza inquietante tra le palme dell’ arcipelago.
La mia crisi: ne parlo con Lorenzo “il Generale”.
Vent’ anni fa il suo sogno del giro del mondo si e’ arenato alle San Blas per problemi di salute.
 Lui ed Ellen, sua moglie,  hanno scelto il “piano B”. Adesso sono cittadini panamensi, hanno una casetta con un bel terreno vicino al lago Gatun ed hanno mantenuto la loro “Arca”, un HallbergRassey 38, per trascorrere i sei mesi della stagione secca alle San Blas, mentre durante i sei mesi di piogge la lasciano in marina a Shelter Bay,Colon.
Perche’ no???
 Perche’ non lo facciamo anche noi e nei sei mesi di umidita’ pazzesca e caldo soffocante ci giriamo il Sud America via terra, di ostello in ostello come abbiamo fatto nella” Zona Cafetera”?
Ne parlo con Robi, anche alle tre di notte, perche’ e’ come un tarlo che non mi da pace…e lui mi ascolta paziente, preoccupato per la mia salute mentale...
Non abbiamo un secondo pilota automatico, ne’ il pilota a vento.
 Le sartie hanno 13 anni, sono perfette, ma se cedessero improvvisamente nonostante i controlli?
Non abbiamo un gennaker .
 La catena dell’ ancora,  nonostante la zincatura fatta a Barranquilla, “salta” sul salpa ancora : non va bene!!
“Dulcis in fundo”: il contenzioso con l’ Agenzia delle Entrate e’ in mano all’ avvocato tributarista , ma ci vorrano almeno due anni per venirne a capo.
 Anche questa “spada di Damocle” pesa sullo stomaco…
Insomma non trovo pace…
Robi,invece, e’ sereno. Non ha mai cambiato idea, mai avuto un dubbio: si fa il giro del mondo.
Nessun “piano B”.
Non riesco ad aggiornare il blog. Internet alle San Blas  è  un dramma.
Grazie all’ aiuto di Willy, un ragazzo di Bologna che fa charter con “Nina”, abbiamo acquistato a Panama un cellulare di nuova generazione “Huawei” “cinque bande”: non chiedetemi cosa significa…
Per beccare la connessione con Digicel bisogna navigare verso l’ isola di Narganà, trovare un ancoraggio vicino alle antenne, mettere il cellulare in un sacchetto di plastica anti pioggia, issarlo con una cima alla prima crocetta e…aspettare che arrivi la connessione!
Nel frattempo il nostro PC portatile Asus è defunto: per fortuna ho un tablet su cui scrivere , ma , senza una porta USB, come ci attacco la memoria in cui ho salvato tutte le foto da inserire nel blog ?
Rabbia e scoraggiamento.
Non è un buon periodo per la Giuli…