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venerdì 13 gennaio 2017

I Kuna Yala

Porvenir sottovento

 22dicembre 2016
Il vento da NE piega le palme a Porvenir
Il nostro ancoraggio a Wuchuhuala è sicuro anche se si rolla un pò.
Il mare è increspato ,si vede il fondo di sabbia e alghe e riusciamo a localizzare con certezza il reef di Sail Rocks a dritta.
A poppa abbiamo il mare aperto con all'orizzonte le montagne della costa panamense sempre coperte da nuvoloni minacciosi: se l' ancora dovesse cedere almeno non finiamo sul reef...
Non ci va di nuotare:troppo vento e troppa corrente che ci porta al largo, meglio scendere a terra con il gommone per curiosare un pò in giro.
Spiaggiamo il dighy tra le capanne su un ritaglio di sabbia circondata da immondize non biodegradabili,cioè  plastica , flagello mondiale, sotto forma di bottigliette, sacchetti, ciabatte,
le viuzze tra le capanne di canne

una venditrice di molas

Katrina con la sua mamma

Imparo a fare i bracciali di perline

la mia insegnante Kuna


mani laboriose

relax in amaca

Bimbi Kuna: che visetti!1

Sulle spiagge delle isole  lato sopravento...
taniche, che spinti dalla corrente si arenano qui,testimoni scomodi del benessere colombiano.
I Kuna non ci fanno più caso : forse nella stagione delle piogge,con il vento da Sud qualcosa cambia.Il mare dà ,il mare toglie...
In novembre queste isolette a pelo d' acqua sono state sconvolte da" Otto"  un uragano anomalo che si è spinto ad una latitudine insolita portando vento oltre i sessanta nodi e onde imponenti:non accadeva dal 1700!
Le isole più a Ovest hanno cambiato il loro aspetto rimodellate dalla furia del mare e del vento.
Wuchubuala ,civiltà a confronto.
Le radici delle palme da cocco formano una fitta ragnatela di filamenti marron che intrappola la sabbia e determina la dimensione dell 'isola.
Se una palma viene sradicata dal vento e si accascia sulla spiaggia, le sue radici esposte al sole e schiafeggiate dalle onde non hanno più presa sul terreno e l 'isola perde una sua difesa naturale :il mare si insinua tra il verde e lo consuma , la spiaggia scompare e magari una nuova "barra"  emerge qualche centinaio di metri sottovento.
Navigare in queste acque richiede sempre un buon "occhio" a prua .
La cartografia di Erik Bauhaus è fondamentale, ma non ci si deve affidare totalmente al GPS.
Passeggiamo tra le povere abitazioni di canne ,in un labirinto di vicoletti sabbiosi ma puliti:non ci sono nè mosche nè zanzare.
L' interno delle capanne è buio: l'aapertura principale spesso non ha una porta,non ci sono finestre e, al posto dei letti,vediamo le amache  di grosso cotone colorato che penzolano dalle canne del soffitto dove sono stesi i vestiti della famiglia.
La cucina alle volte si trova in un'altra capanna : qualche asse di legno ricuperata dal mare e un fornello a gas dove bolle qualcosa senza che nell' aria si spanda alcun profumo che stuzzichi l'appetito...
Sbirciamo curiosi ma le donne Kuna continuano a ricamare le molas e i bambini,tanti e deliziosi, giocano liberi tra le capanne.
Le donne più anziane vestono secondo la tradizione, mentre le ragazze hanno scelto jeans e maglietta come in tutto il resto del mondo.
Le persone che incontriamo ci sorridono e si fermano volentieri a parlare con noi in spagnolo. Incontriano Athur, il "Saila",cioè il capo del villaggio, Juan, il "botanico" , Nestor lo "skipper" esperto di reefs,Miguel il maestro che insegna ai bimbi  prima la lingua Kuna e poi lo Spagnolo e rivediamo  Katrina,l' impiegata del Congresso che ci presenta sua mamma vestita secondo la tradizione con le molas che formano la camicetta a maniche corte,  il bacino avvolto nel pareo, con bracciali e gambali di perline gialle rosse e nere.
I capelli sono neri e cortissimi,la pelle  del viso sembra cuoio invecchiato e gli occhi neri sono perennemente arrosati dal vento e dal riverbero del sole.Scopro che abbiamo la stessa età...e, immodestamente, mi sento "un fiorellino"...
L ' atmosfera del villaggio è rilassante.
Qualche signora intraprendente mi propone di comprare le sue molas , ma al mio rifiuto non insiste e si ferma a chiacchierare con noi, ci presenta la famiglia, ci mostra con orgoglio l'ultimo nato , un fagottino dai capelli nerissimi di appena una settimana. La mamma è poco più che una bimba...
Ci sentiamo bene su quest 'isola: compriamo il pane fatto in casa ,un pò di frutta e addirittura le carte SIM per internet.
Ci fermiamo a bere una birra in un ristorantino tutto in legno  appena aperto: i tavoli e le panche trasudano ancora resina...
Abbiamo ri- ormeggiato il nostro dinghy al moletto del ristorante,sottovento, a vista.
Accanto a lui galleggia pacifica  una canoa Kuna scavata in un unico tronco d'albero: due civiltà che si incontrano sotto il cielo delle San Blas.


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