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sabato 18 giugno 2016

Bequia


Martedi 31 maggio 2016

Cinque minuti di navigazione verso NW e,da Ottley Hall siamo di nuovo a Questelles Bay: facciamo rifornimento di mango e papaia.
Ormai è tempo di lasciare l'isola di St. Vincent,ma vorremmo esplorare ancòra Young Island.
Si tenta l'ancoraggio: il campo boe, a pagamento, è fitto di galleggianti disponibili,ma in pieno vento .
 Prezzo :45 ECD al giorno, ci informa il" nero "arrivato a tutta birra con il suo barchino.
Decliniamo gentilmente l'offerta e, mentre viriamo per andarcene, il "rasta" tenta una contrattazione finale. Arriviamo a 30 ECD. No grazie!
Parliamo con Carlo al VHF:" La giornata è magnifica,il vento da E sui 25kts ci offre un bel traverso, sono solo una decina di miglia ...si va a Bequia?"" Perchè no!!??"
Dopo due orette raggiungiamo Admiralty Bay e  ancoriamo davanti a Princess Margaret Beach.
Fondo di sabbia bianchissima,grande baia ben riparata,poche barche all'ancora,altre alle boe di fronte al paese, belle case dai colori intensi su tutta la collina davanti a noi.
Ad una cinquantina di metri c'è un  pontile di legno dove ormeggiare il tender.
Un sentiero attrezzato conduce, con una bella passeggiata tra rocce e spiaggia, fino al centro del paesino di Port Elizabeth.
Bequia ci piace tanto: le case, gli alberghetti ,i baretti lungo il mare sono deliziosi.
L'architettura "creola" con le case color pastello e i fregi in legno traforato dipinto di bianco che rifiniscono i tetti, ricordano tanto i mazzetti di fiori "Biedermayer" : sembra di vivere in una bomboniera.
C'è un mercatino di frutta e verdura , un piccolo market con i prodotti essenziali e i soliti prezzi assurdi: per adesso siamo a posto...
 Sopravviveremo per almeno altre due settimane con la scorta fatta a St. Vincent, poi vedermo.
La caccia alla balena è stata per tanti anni l'occupazione principale degli abitanti di Bequia.
Ne rimane una traccia nel coloratissimo "Whale's Bar", dove  le sedute degli sgabelli sono ricavate dalle vertebre delle balene e due notevoli"costole" fanno da arco all'ingresso del locale.
C'è anche una tettoia rotonda (museo??), chiusa da sbarre,intorno a cui si passeggia, su una collina sul versante Est dell'isola, dove si possono vedere gli "attrezzi del mestiere" e le barche che i balenieri usavano per avvicinarsi ai cetacei : barchini stretti e lunghi,in legno,da brivido...
La caccia alle balene si è esaurita intorno al 1950 e l'isola adesso vive di turismo.
A Port Elizabeth vado a visitare la redazione di "Compass" la rivista gratuita che si può trovare in ogni Marina o Chandler Shop dei Caraibi: i naviganti più tecnologici, come il caro Max di "Y2K" la scaricano direttamente da internet...
E' una fonte attendibile  di notizie utili e informazioni in tempo reale che coprono tutta l'area delle Piccole Antille: da qui arriva anche la sconcertante notizia di un episodio di pirateria, accaduto alla fine di maggio 2016 nell'area delle Tobago Keys...
Speriamo di essere fortunati e di poter evitare un'esperienza così traumatica.
Finora  i nostri rapporti con i "locali" sono stati cordiali e sereni.
Non ci siamo mai sentiti minacciati nè mal visti:  solo sorrisi e simpatia, nessuna insistenza nel proporre ormeggi o acquisti.
 Ci sta andando benone, anche perchè, grazie a "Compass", evitiamo accuratamente le baie troppo turistiche "infestate" dai "Boat Boys" .
A Saint Vincent è nata un'organizzazione legale di "ormeggiatori", con tanto di tessera da portare appesa al collo con foto,nome e cognome.
In marzo,quest'anno, nella baia di Wallilabou, isola di St. Vincent,uno skipper è stato ucciso a colpi di pistola e un suo amico ferito con il machete .
 Si è sentito parlare di droga e di regolamento di conti ma sembra che la polizia non ci metta molto impegno nello stroncare la delinquenza locale...Caraibi...!





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