BONAIRE |
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BONAIRE |
In navigazione a vela verso Curacao |
Sierra Nevada de Santa Marta 5700 mt, in naviazione al largo di "Five bays" |
Sierra Nevada de Santa Marta dal mar dei Caraibi , all'alba |
Taganga, casa tipica con il tetto di foglie di palma intrecciate |
Ci dicono che l'ancoraggio di Spanish Water è affollato, lontano dalla città,con l'acqua torbida.
Come se non bastasse le pratiche d'ingresso portano via l' intera mattina con meste preregrinazioni , sotto il sole a picco,da un ufficio all'altro.
Noi siamo alla boa a Bonaire: l'acqua più limpida e invitante che abbiamo trovato finora,ma...come sempre si insinua la vocina che ben conosciamo...
"Si, il posto è fantastico,ma ormai ci ha dato tutto quello che poteva.
Abbiamo voglia di cambiare panorama, di trovare cultura e storia che non siano imperniate sulla tratta degli schiavi.
La Colombia ci aspetta e noi ci aspettiamo tanto dalla Colombia...
Si va!"
Giovedi 25 agosto 2016
ore 7.30 a.m.
Rilasciamo in un attimo le cime delle due boette di Bonaire e puntiamo su Curacao,fiocco aperto e bel vento da E con onde formate di poppa che surfiamo con serenità: niente randa,troppa onda.
Ben due nodi di corrente favorevole ci fanno "volare" (??) per ore a 7 nodi: per il Paddy Boy è una ottima media.
Sfiliamo davanti a Curacao dove intercetto Ale e Lori che parlano di lavatrici al VHF ch 71: mi intrufolo e ci salutiamo al volo!
Si punta ora su Aruba,dove non ci fermeremo perchè anche lì le pratiche di ingresso sono macchinose e molto scomode.
Fino a qualche miglia dall'isola la corrente ci aiuta per poi spegnersi definitivamente quando puntiamo su Punta Gallina, penisola di Guaira.(12° 27' N ;071° 40' W)
Il vento cala, il mare si calma e l'onda lunga del "mar de fundo" ci arriva ora a dritta: il fiocco si affloscia e non resta altro che accendere il motore.
Quest'area è considerata il "Capo Horn" dei Caraibi: qui l'Aliseo rinforza di 10 /15 nodi e l'onda si fa imponente.
Siamo partiti da Bonaire con delle previsioni di calma quasi piatta e ,fortunatamente, la situazione attuale ne è la conferma.
Il nostro ancoraggio sarà a Cabo de la Vela,(12° 12' N ; 072° 11' W) appena doppiato il promontorio di Punta Gallina.
Riduciamo i giri del motore per non arrivarci di notte.
Sabato 27 agosto 2016
All'alba la grande baia piatta e deserta si apre davanti alla prua del Paddy Boy: il paesaggio color ocra , le poche capanne con i tetti di paglia e un intenso odore di argilla ci danno il benvenuto in Colombia.
Procediamo con cautela nell'acqua giallina e torbida: intorno a noi centinaia di bottiglie di plastica trasparente ,riunite "a ciuffo", senalano la presenza di reti galleggianti.
La situazione non ci piace...
Devo stare a prua e guidare Roboi in mezzo a questo labirinto pericoloso.
La profondità è minima: ancoriamo ad un miglio da terra in soli cinque metri d'acqua.
La Delta agguanta subito ma è impossibile controllare quanto sia penetrata nel fondale sabbioso: quest'acqua fangosa non ci stimola alcuna nuotata...
La stanchezza di due notti per mare si fa sentire: faciamo colazione e decidiamo di riposare per qualche ora.
Alle 10 ci sveglia un moto ondoso insolito: la baia è aperta ad Ovest e dopo mesi e mesi di Est,Nord Est o al massimo Sud Est, qui, oggi, il vento viene da Ovest!!!
Non siamo più alle Piccole Antille e l'Aliseo soffia (quando soffia...!?) al largo.
Sotto costa la situazione si modifica continuamente con un regime di brezze leggere la cui direzione è poco prevedibile.
Ci rendiamo conto che con il vento e il moto ondoso in aumento , le reti semiaffioranti e mal segnalate questa baia si può trasformare in una trappola.
Il primo ospite colombiano a bordo del Paddy Boy |
In avvicinamento a Taganga |
Taganga: progetti "mollati là" |
Taganga |
L'interno del tetto tradizionale di Taganga |
Domenica 28 agosto 2016
Notte di navigazione tra tuoni ,fulmini e scrosci di pioggia calda che creano un muro d'acqua tutto intorno a noi.
Dopo qualche ora ci ritroviamo senza vento: si procede a motore.Azz...!
Siamo l'unica barca in mare e siamo decisamente fuori stagione : in questo periodo dell'anno i naviganti saggi e timorati se ne tornano casa e aspettano che passino Settembre e Ottobre, stagione delle piogge e degli uragani.
Noi no..
Taganga: la spiaggia |
L'intreccio del tetto |
il nostro ancoraggio a taganga |
Taganga, offerta del giorno |
Taganga, le borse tradizionali degli indios del Parco nazionale Tayrona: lana di alpaca e minutissimi punti bassi all'uncinetto. |
Con le prime luci del giorno uno spettacolo me-ra-vi-glio-so mi fa rimanere a bocca aperta: dal Mar dei Caraibi , navigando di fronte alle "Five Bays"( 11° 21' N ; 074 ° 07' W), vediamo i picchi innevati della Sierra de Santa Marta, oltre 5000 mt di altitudine.
Montagneeeee !! Urrah!!!
La visione dura forse un'ora,poi le nuvole e la foschia cancellano l'incantesimo e si ritorna a navigare in questo mare color della salvia: addio blu cobalto , turchese intenso e bianco accecante!
Qui siamo in Colombia, dove i fiumi scaricano vigorosamente a mare tonnellate di fango e detriti che tolgono ogni illusione di limpidezza. Sigh ...
Finalmente alle 17.30 filiamo l'ancora sul lato di dritta della baia di Taganga:palme, musica latino-americana, lance piene di turisti, spiaggia color ocra brulicante di gente e casette di ogni tipo e colore, comprese quelle con il tetto di paglia, sparse come coriandoli sulle colline spelacchiate e brulle.
Molti progetti edilizi abbandonati a picco sul mare,ferri arrugginiti che spuntano dal primo piano abitato ,barche di pescatori dai colori vivaci ormeggiate vicino alla riva: descritta così potrebbe essere la Grecia...
No, i cactus al posto degli ulivi e i 35° all'ombra ci confermano che siamo sempre nel Mar dei Caraibi.
"Mui bien, vamos a esplorar COLOMBIA!!"
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