Rodadero "by night" |
Acqua "diarroica" |
Tramonto da Puerto Velero |
Barranquilla dal largo |
Dormiamo all'ancora nel silenzio della la città di Rodadero (11° 12' N ; 074°11' W)"spenta"a mezzanotte dalla polizia colombiana.
Il mare liscio riflette le luci dei grattacieli: niente musica,niente traffico.
Il nostro piano di navigazione prevede una levataccia alle 04 a.m..
Ci attendono cinquanta miglia di navigazione costiera con passaggio al largo della foce del Rio Magdalena, uno dei fiumi più lunghi e di maggior portata della Colombia Caraibica, dove si deve arrivare in pieno giorno con navigazione "a vista" a causa dei detriti trasportati dalla corrente.
Ci svegliamo che è ancòra buio pesto.
Salpo l'àncora e percorriamo forse un miglio verso il largo, rotta 278° quando il vento, da Ovest pieno, quindi "in muso", rinforza fino a 25 nodi. Il mare si alza minaccioso mentre all'orizzonte compaiono saette che illuminano le nuvole.
Immediato dierto front e si torna all'ancoraggio di Rodadero: di male in peggio!
La spiaggia si è trasformata in uno "spot" da surf: in barca si rolla e si beccheggia da vomito...
Resistiamo un'ora in attesa dell'alba, poi, consapevoli che il peggio e' passato, salpiamo decisi verso Puerto Velero, Ensenada Trebal (10° 56' N;075 °01' W)
Niente vele, solo motore: il vento (??) è sempre da ovest ma è ora a cinque nodi...
L'onda lunga arriva da N e quindi ce la ritroviamo al traverso, mentre con la luce del giorno ci rendiamo conto che l'acqua del mare fangosa e di color "senape" trascina molti detriti semi sommersi.
Il Rio Magdalena sta tingendo il mar dei Caraibi con il fango delle montagne e la corrente di acqua mista si spinge verso Nord per decine di miglia.Si naviga a vista nella poco piacevole" brodaglia diarroica" : "Bleah...!"
Isolotti di piante acquatiche e tronchi infìdi scorrono lungo i fianchi del Paddy Boy , mentre il nostro ecoscandaglio comincia a dare i numeri.
Stiamo navigando a circa 10 Nm dalla costa, seguendo la batimetrica dei 50mt , ma l'apparato elettronico ci segna 3 mt di profondità, a volte anche meno (!!!) sotto la chiglia.
Unica spiegazione possibile: il fango in sospensione nell'acqua del mare sta falsando il rilevamento strumentale . Che altro?
Continuiamo la navigazione, sempre a motore, con occhi ben aperti.
Dopo alcune ore sulla costa alla nostra sinistra compaiono i grattacieli di Barranquilla:il suo porto fluviale è una "rogna" quindi lo evitiamo. Circa tre miglia a S della foce, compare una linea netta di cambio del colore dell'acqua, da senape a verde salvia: niente più corrente contraria e meno detriti affioranti.
Fiuuu....ci rilassiamo: il Rio Magdalena ci ha finalmente mollati !
Arriviamo a Puerto Velero nel primo pomeriggio.
Bisogna girare pazientemente al largo della sottile e bassa striscia sabbiosa dove sorgono il marina e il "resort", per poi entrare in baia seguendo le boe che tracciano il canale di accesso.
No problem: rosso a dritta, verde a sinistra, semplice.
Ancoriamo al largo,davanti ai pontili del marina.
In baia il mare è immobile,la profondità intorno ai sei/otto mt con fondale fangoso garantisce la buona tenuta dell'ancora. Le spiagge a E sono punteggiate di capanne con il tetto di paglia, mentre un moderno parco giochi "gonfiabile" aspetta i turisti locali che sicuramente arrivano durante il week end.Il verde paesaggio collinare ispira serenità: peccato non ci sia alcun supermarket o un bus per raggiungere Barranquilla...
Scendiamo a terra con il dinghy e lo leghiamo ad un pontile del marina a cui è pure ormeggiato uno dei famosi gommoni grigio ferro della "Armada Nacional".
Stavolta non mi scappano: voglio sapere perchè non mi rispondono al VHF quando li chiamo sul Ch 16.
I due militari, canottiera e braghine corte, che mi ricordano tanto il "Sergente Garcìa " dei film di Zorro, sono in relax all'interno di un container con aria condizionata.
Parlano solo spagnolo e si stupiscono che non ci sia stata alcuna risposta: tutte le chiamate sul ch 16 vengono registrate dalla sede di Barranquilla.
Spiego loro che stiamo andando a Cartagena, che abbiamo lo "Zarpe " internazionale e la bandiera gialla "Q" (libera pratica) issata a dritta e che vorremmo fermarci all'ancora ,per riposare , una o due notti qui a Puerto Velero.
Dalle loro espressioni capisco che mai prima d'ora gli era capitato un quesito così complicato da risolvere...
Ci pensano un pò poi mi dicono che siamo i benvenuti, che ci possiamo fermare quanto vogliamo e che per loro è tutto OK.
Li ringrazio e loro possono finalmente tornare nel container senza finestre a schiacciare un pisolino...
Facciamo quattro passi fino agli uffici del Marina.
Nel portolano in PDF sta scritto che , per i clienti del Marina, qui si fa l'ingresso in Colombia senza bisogno dell'agente, con risparmio di tempo e denaro.
Mi informo: è possibile solo se si è indicato Puerto Velero come "next port of call" nel "Zarpe international" .
Nel nostro caso, il cambio di destinazione finale più i documenti di ingresso ci costerebbe il doppio ( 600 €): non conviene.
Approfittiamo però per riempire le quattro taniche di scorta con "biodiesel" colombiano dal mega serbatoio vicino ai pontili: non c'è alternativa...
Tornando al dinghy vedo una installazione elettronica a noi sconosciuta: un" rilevatore di tzunami" .
In caso di terremoto o eruzione vulcanica ,ricordiamo l' isola di Monserrat nelle Piccole Antille ,con il crearsi di un'onda anomala questo lembo di terra, a forse un metro sul livello del mare, se la vederebbe proprio brutta.
"Colombia: el rispeto de la naturalesa es en el corasòn del Paìs"
Il Rio Magdalena è responsabile del colore dell'acqua del mare |
Puerto Velero : i pontili del Marina |
Armada Nacional |
Puerto Velero: moderne palafitte |
Puerto Velero: giochi sull'acqua |
Puerto Velero: il ristorante del Marina |
Puerto Velero: la fanciulla della reception è molto carina e parla bene l'inglese. |
Monitoraggio anti tzunami a Puerto Velero |
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