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martedì 26 maggio 2015

A lezione di ...KILIM

Una parete di tappeti colorati appesi al sole.
Una porta aperta che fa intravedere l'interno di uno stanzone zeppo di tappeti stesi in terra, appesi alle pareti, arrotolati o piegati un pò ovunque.
 Un signore magro dai capelli bianchi sta "cucendo" con della lana fuxia per "rammendare" un buco in un tappeto dai colori intensi: rosso, blu, verde, arancio, fuxia,bianco.
Mi avvicino, irresistibilmente attratta da due "fattori chiave" della mia vita : il lavoro manuale e i filati naturali.
Sono fortunata: il signore,oltre ad invitarmi ad entrare per vedere da vicino cosa sta facendo,parla anche molto bene l'inglese.
Robi mi rassicura: "Stai quanto vuoi, io vado a farmi un giro..."
A lezione di KILIM !!!
Il signor Yakup Alkan , nato a Nigde in Anatolia ,antico territorio ittita (!),ama il suo lavoro e ne parla molto volentieri.
Io sono perfettamente ignorante in materia e lo ascolto incantata...
I tappeti che lui vende, arrivano dalla Cappadocia e da alcune cittadine dell'Anatolia centrale.
Sono tutti antichi e usati.
 Nascono dalle mani abili delle giovani donne che,in attesa di sposarsi, li preparano per la loro futura casa.
Pavimento e pareti  delle povere case in pietra,vengono ricoperti di ruvidi tappeti di lana di pecora, per garantire un adeguato tepore durante l'inverno.
Chi può permettersi un tappeto di seta, anche piccolo, è decisamente ricco.
Non si possono vendere i tappeti destinati alla  famiglia: solo se dopo il matrimonio la tessitrice continuerà la sua opera, ci sarà qualche pezzo in più da affidare al commerciante di passaggio.
Ogni casa ha la sua stanza dedicata al telaio.




 Più donne insieme vi si dedicano per alcune ore ogni giorno:è il loro passatempo nei pochi momenti liberi, considerando che ci sono almeno cinque o sei bambini da accudire in ogni nucleo familiare.
 Ai confini con l'Iran e l'Iraq, il numero di bimbi aumenta anche fino a dieci,dodici per famiglia: c'è bisogno di braccia per allevare gli animali e coltivare i campi...
Al giorno d'oggi anche qui in Turchia, l'arte della tessitura sta scomparendo: le ragazze non ne vogliono più sapere.
Ci sono le fabbriche che creano prodotti molto simili a quelli artigianali: perchè perdere tutto quel tempo, a volte mesi, per un singolo tappeto?
Il sig. Yakup ha provato ad offrire dei compensi allettanti, ma niente da fare.Tutto quello che può "scavare" sono i vecchi tappeti nelle zone più impervie del Paese: un commercio "D.O.C" destinato ad esaurirsi in breve tempo.
Ma, i tappeti "fatti a macchina" ,come sono? "Ottimi", mi dice, "soltanto un esperto può riconoscerne la provenienza"
Qual'è la differenza tra un "Kilim" e un "tappeto"?
Il "Kilim" è una "stuoia" con un ordito verticale fatto di fili di lana naturale, che viene "riempito" passando l'ago e la lana colorata  orizzontalmente, sotto e sopra i fili dell'ordito.
 Ciascuno rappresenta la fantasia dell'autrice e non è ricavato da alcuno "stampo" di base.
 Le piccole imperfezioni nella tessitura, la "firma in codice" dell'autrice, il simbolismo tradizionale e la scelta dei colori, ne costituiscono "l'anima" e il pregio.
Il "tappeto" è invece una serie infinita di "nodi" che creano sull'ordito disegni incantevoli: più soffice e più "prezioso" del Kilim, denota una classe sociale più alta.
Sono bellissime le "borse da sella" , fatte per i cammelli, i cavalli e gli asini. Le donne le riempivano dei prodotti da vendere al mercato e tornavano con le sacche piene dei loro acquisti: "shopping", primitivo , oculato, senza traccia di consumismo,credo...
Ci sono tanti libri che illustrano l'universo dei tappeti e la vita in quei borghi di montagna che piano piano oggi emergono dal Medio Evo.
Il governo attuale se ne sta occupando? Su ottanta milioni di Turchi ci sono tutt'ora cinquanta e più milioni di poveri. Al confine con la Siria centinaia di migliaia di profughi in fuga dalla guerra si riversano nel territorio turco: un problema in più, tanti poveri in più.
A giugno di quest'anno le elezioni: cambierà qualcosa?
Ma questa è un'altra storia...
Grazie mille delle sue spiegazioni e del suo "cjai" signor Yakup e... buona fortuna!









Da Marmaris a Bozburun

La costa tra Marmaris e Serce

In avvicinamento a Serce


Serce: la baia vista dal moletto del ristorante






Souvenir "a domicilio": benedeti 'sti turchi, i lavora a ogni costo!!

Serce con il ristorante in fondo alla baia
Prodotti tipici italiani a Bozburun

Tiramisù in arrivoooo!!!

Bozburun : comodi, rilassati...

Bozburun. ristorantini sul mare

Bozburun: tramonto e musica "soft"

Kizil Adasi ad un passo da Bozburun


Acqua "da piscina"


BOZBURUN
Martedi 19 maggio 2015
 Lasciamo l'ancoraggio di Marmaris ed usciamo dalla bella baia che ha un micro clima "ventoso" tutto suo verso le dieci del mattino.
Intorno a noi le barchette per i giri turistici "mordi e fuggi"  ,arrancano a pieni giri verso le prime baiette ridossate e tranquille. A bordo turisti bianchicci in costume da bagno e molte donne velate, coperte dalla testa ai piedi... Potranno spogliarsi e fare una bella nuotata anche loro? Mi auguro di si... Indosseranno i loro pantaloni+tunica+velo in viscosa e finalmente forse qualche centimetro di pelle potrà godere del sole e delle acque turchesi??
Mentre ci sorpassa dal barchino rombante arriva l'inconfondibile mix al profumo di cocco e vaniglia delle creme solari: estate!
La nostra meta è Serce, una profonda insenatura  che si apre tra le pareti aride e scoscese delle montagne  a 3.5 Mn a ENE di Capo Karaburun,  a quasi 25Mn da Marmaris.
Neanche un filo di vento.Alla nostra sinistra la città di Rodi sull'omonima isola. Si vedono chiaramente due grosse navi da crocera ancorate di fronte al centro storico: ci separano solo venti miglia...ma noi proseguiamo la nostra "avventura" turca.
 Si va a motore,con il dissalatore in funzione per riempire il serbatoio di poppa:in un'ora si ottengono cento litri d'acqua dolce, adatta a docce,lavaggio piatti e cottura pasta: non buona da bere... Altro problema da risolvere...
Serce è un fiordo con, alla fine, un pontile in legno e un ristorantino "Captain's Nemo farm and restaurant" che ,per 5 TL al pezzo,offre anche un pane casareccio di giornata .
Ormeggiamo ad una delle sette boe del ristorante e, scesi a terra, facciamo una bella chiacchierata con il Capitano in persona, all'ombra degli eucalipti: nessuna insistenza a consumare , nessun "Yes, please!", solo cortesia ed affabilità. Bello!
Nel primo pomeriggio arriva una flottiglia della "Neil Sons" : dodici barche a vela che si stipano all'interno e all'esterno del moletto ."Ti ormeggiamo la barca anche nel lavandinio di casa tua!"...sembra essere il loro motto...

Mercoledì tutti fermi: un NW di oltre trenta nodi spazza la baia con raffiche di ricaduta dalle montagne. Rinforziamo l'ormeggio alla boa con un'altra cima...Il vento si smorza verso mezzanotte e la notte trascorre serena.
Alle cinque del mattino sento dei passi : Robi è già sveglio...
Mi affaccio in quadrato con l'espressione sconvolta che aveva sicuramente "la bella addormentata nel bosco" al risveglio:"Andiamo?" mi chiede lo Skipper."A quest'ora?? Perchè???" "Le cime di prua sono attorcigliate intorno all'anello della boa: bisogna aprofittare di questa calma per svolgerle .." "OK, Captain, il motivo è valido, diamoci da fare.."
Dopo un quarto d'ora lasciamo la baia di Serce: tutti che dormono, il mare come una tavola, niente vento,solo qualche capretto che già salta sulle rocce...Alle nostre spalle, le luci del'aurora: il sole sorgerà tra una mezz'oretta...Bello! Erano mesi che non vedevo l'alba: un momento della giornata che passo beatamente a ronfare nella mia "suite" di poppa, ma , ogni tanto ,vederla "live" ha un suo perchè...
Da Serce a Bozburun, la patria dei "gullets".
Ci mettiamo all'ancora proprio davanti al paesino: la sua moschea con la cupola color argento fa da punto cospicuo. Ritroviamo il "muezzin" con la  cantilena che invita alla preghiera ed assistiamo allo spettacolo dei Gullets che vanno e vengono dagli ormeggi in banchina. Sono barche bellissime,grandi, in legno lucido, con alberi robusti e vele imponenti. A dire il vero è raro che le aprano, ma quando lo fanno è uno spettacolo!
Bozburun ci piace molto.
 Non è sconvolta dal turismo ed ha saputo mantenere la sua anima mussulmana, tranquilla, silenziosa, rispettosa, pacifica.
Vicino alla moschea, un "gazebo" in piastrelle finemente decorate con cilindri di marmo su cui sedersi e fontanelle per le abluzioni prima di entrare a pregare.
Nella stessa piazzetta  all'ombra di gelsi secolari, alcuni tavolini di giocatori : carte  e domino.
 Pescatori o contadini, forse ricchi commercianti o albergatori, tutti intenti al gioco con accanto i bicchierini di "caj" caldo... Turchia "verace"!
Le donne non si vedono: saranno in casa a preparare il pranzo...come una volta...come da noi, al Sud...Mediterraneo!
Ci sono almeno quattro supermarket a Bozborum, tutti ben forniti, anche di prodotti italiani (!!!??) per fare cambusa a basso prezzo : stiamo già pensando con orrore (!) ai prezzi della Grecia!
C'è anche un'ottima connessione grazie al contratto con Vodafone TR fatto a Marmaris, che ci permette di usare Skype e di scaricare il meteo di "ZY-grib".
Il mare è una "piscina" calda, le notti stellate e tranquillissime,le passeggiate a terra rilassanti: e chi si muove più?


sabato 23 maggio 2015

" SI PUO' FARE!"



Giampaolo e Basak
Ovni 40 "Yakamoz"
Mollare tutto quando si va in pensione? Perchè no?

Mikael su "Didyma"
Giorgio, Robi e Antonella

I "giochi" sono fatti. Casa, famiglia, lavoro: a posto!
 Ogni mese arrivano in conto corrente i soldi della pensione, sicuri.
 Si  adegua il "budget" di spesa  alla nuova situazione , si sceglie di investire quasi tutti i risparmi di quarant'anni di lavoro  in una barca solida e affidabile, si spera di continuare ad avere buona salute ,"finger cross", e si parte.
Niente di eccezionale: "spalle coperte" come si dice da noi...
Il Mediterraneo è il luogo ideale per iniziare questo esperimento di rinascita.
Ti senti subito in buona compagnia.
Da tutto il nord Europa, Svezia, Inghilterra e Olanda "in primis", coppie di "giovani anziani" partono per le isole dell'Egeo, sicuri di trovare più sole, più amici, più "VITA" che a casa loro. Ne abbiamo conosciuti di "ragazzi e ragazze" di settanta, ottanta anni e oltre, con barche intorno ai dieci,dodici metri al massimo, che hanno scelto da anni questa esperienza alternativa di vecchiaia felice.Noi, ormai sessantenni, rientriamo tra questi fortunati che si sono" dati una mossa" ed hanno mollato gli ormeggi per tempo: nessun ripensamento, nessun rimpianto, solo tanta voglia di continuare il viaggio...
MA...quanti hanno il coraggio/incoscienza di fare la stessa scelta "nel fior fior de la gioventù"??
Pochi, ma ci sono.
A Marmaris, in baia, abbiamo fatto delle belle chiacchierate con Giampaolo e Basàk. Lui romano, lei turca di Istanbul,non fanno ottant'anni in due.... Dal 2010 vivono in barca "Yakamoz, un "Ovni" 40ft in alluminio, comodo e ben attrezzato.Sposati ,senza figli,per una decina di anni hanno seguito "la corrente":intrapresi vari lavori,impegni pressanti,stress,insoddisfazione crescente.. Poi, intorno ai trent'anni il "salto":si molla tutto!
Ben, Fuli e Joan
"Paradise Island"

"Si può fare!", da questa convinzione è nato anche un libro che Giampaolo ha scritto per stimolare chi ,come loro, sentiva che la vita non stava dando il risultato sperato.
E... sono diventati famosi: "Alle falde del Kilimangiaro" li ha tenuti sotto i riflettori per un pò,sistemando anche una "troupe" con cameramen ecc. nella loro barca.
Giampaolo ha il suo sito:www.giampaologentili.com
Ogni mese devono racimolare lo stretto necesario per vivere.
 Come? Lui si definisce "Artista Fotografo" , mentre Basak si sedica a traduzioni tecniche dall'italiano al turco e viceversa.
 Un aspetto interessante della loro vita è che riescono a spendere anche soltanto 150€ al mese, vivendo in barca tra Turchia e Grecia.
 Si può fare!
Noi lo sappiamo bene..
 Anche Giorgio e Antonella , quarantenni del nord Italia, incontrati quest'inverno a Nisiros ,hanno fatto le stesse scelte e vivono sereni sul loro "Narena" .
Che dire di Ben e Joan , a bordo del loro "cat" "Paradise Island" già da due anni in giro per il Mediterraneo accompagnati da Fuli?
E di  Mikael, il simpatico ragazzo tedesco(43 anni ma ne dimostra 25!) che , rischiando il "burnt out" , da noi si direbbe "esaurimento nervoso da stress insopportabile", ha venduto il suo ristorante di Berlino ed ora fa lo skipper ,più ogni tipo di manutenzione, sul catamarano "Didyma"in giro per l'Egeo?
Come non ricordarsi di Debbie e Martin, i nostri deliziosi amici inglesi di "Solon"?
Marti e Debbie con il loro primo barracuda pescato al largo di Thassos
Anche quest'inverno, lasciata la barca al Marina di Leros (Lakki), sono volati sulle Alpi francesi a gestire un cottage in alta montagna. Cinquantenni, già nonni,vivono dell'affitto della loro casa ed i mesi invernali , lavorando in alta quota,creano un "gruzzolo" che può tornare molto utile nelle emergenze.



Per tutti loro non c'è la sicurezza di una pensione futura,quindi ai nostri occhi il rischio è notevole, MA ... SI PUO' FARE !!!


"Solon"

giovedì 21 maggio 2015

Randa "nueva": OLE' !







La firma del contratto
Cuciture rinforzate "Blu Water"
"Marmaris Imperial"(TT Hotels)
"Penna"
"Meolo"
Eccola !!
Can ( si legge"Gian") Aksoy,della UK sailmakers di Marmaris, ventotto anni, è un caro ragazzo ...

Can, a destra , con il suo collega




 Abbiamo cominciato in marzo, a  discutere con lui ogni particolare tecnico della  randa nuova, spremendo il suo preventivo fino all'ultimo cent per poi rinegoziare tutto di nuovo...avrà perso qualche chilo....
Alla fine,firmato il contratto e consegnato un lauto acconto, abbiamo voluto che si impegnasse in prima persona, con una dichiarazione scritta, a finire il lavoro per il 15 maggio e siamo partiti per il Golfo di Gocek.
Veleggiando ci è venuto un dubbio atroce: avrà ,Can, "benedeto mulo" tenuto conto della posizione anomala, laterale, del nostro radar???
La stecca della "full batten" lo scapola o ci si appoggia sopra col rischio di staccarlo dal supporto sull'albero??
E vai di mail e telefonate..ma , alla fine, LA RANDA E' QUI'!
Ce l'hanno consegnata sabato 16 maggio, mentra eravamo all'àncora  a Marmaris nella baia tra l'hotel "Joya del mar"(ex "Pupa")e il villaggio turistico "Marmaris Imperial"che non accetta i bambini all'interno della sua  perfetta "location"in riva al mare.(Tanto di cartello esposto all'ingresso!!- NdR)
Saldiamo il conto alla consegna,ma è impossibile issare la vela: troppo vento da SW.
 "Ci rivediamo lunedì 18, mi raccomando alle 9 che alle 11 si alza 'sto ventaccio malefico e siamo di nuovo nei... guai".
Robi li riaccompagna a terra con il tender e se ne torna contro vento bagnato fradicio...
Passa la domenica, calda, rilassata, con il bel sacco giallo -fluo della vela nuova che scotta a poppa sotto il sole.
Lunedì mattina il Comandante si sveglia alle 7.30 e prepara la colazione. Bisogna essere pronti per le nove, arrivano a montarci la randa, non c'è un alito di vento ,il mare è una tavola...ma di Can  e del suo abbronzatissimo collega ,alle 9.30, neanche l'ombra.
Robi:"Ecco fatto. Li abbiamo pagati e questi non si fanno più vedere"
Giuli: "Ma dai,è lunedì,ieri sera avranno fatto tardi con gli amici,saranno qui a momenti. Ora chiamo Can.."
"Siamo per strada, arriviamo tra venti minuti..."
Ore 10.30: ancòra niente.
Intanto il vento da SW si insinua tra gli alberi della baia sempre più prepotente, come previsto.
Ore 11   Squilla il cellulare:"Siamo qui, siamo venuti con lo scooter per far prima e invece la polizia ci ha fermato perchè eravamo senza casco. Venite a prenderci in spiaggia!!Siamo qui!!!" Vedo due che si sbracciano sulla riva ad un centinaio di metri dal Paddy Boy...
Era ora...
Si comincia con lo  smontare la randa vecchia e il sacco porta randa con 22/25 nodi da prua, naturalmente...
 Andiamo avanti a ritmo serrato : siamo in quattro ma ci sono  da montare le stecche, i carrelli, le pastecche delle borose, le drizze delle borose , il "lazy jak" e il "lazy bag", tesare la base della randa e,  finalmente, alle 13, sempre con un gagliardo SW ,si salpa l'àncora per un giro di prova nel golfo di Marmaris.
La randa nuova è bella.
 Sembra fatta di seta lucida. Tiene la forma che è una meraviglia e "stringe " il vento fino a 20°. Al traverso, con randa e fiocco si vola come mai prima d'ora: uno spettacolo!
 Torniamo all'ancoraggio soddisfatti, noi e loro. Bel lavoro, ben fatto, bravi ragazzi!
Adesso sì che si riparte!!!


Note tecniche.
Randa classica in Dacron  "Blu Water" da crocera "full batten" di 46,11 mq
Tessuto.Dacron "Dimension Polyant AP Blade 410 "prodotto in Germania
Taglio : cross cut
Stecche: in Poliestere, piatte, quattro pezzi
Carrelli e box porta stecche: 6intermedi +4box Rutgerson
Rifiniture "Offshore" , cioè triple cuciture con ferzi rinforzati intorno ad ogni "mano di terzaroli"
Terzaroli: due classici,il trezo "oceanico", manuale.

Il prezzo ?
 Buono, un pelino meno caro che in Italia, "tax free".

domenica 17 maggio 2015

Chi troppo vuole...

La" barca" : può entrare in baietta? DEVE!

Il golfo di Gocek con i suoi approdi
Una pubblicazione molto utile e aggiornata:solo info turistiche,senza carte nautiche
Bitta da ormeggio ben conficcata e cementata nella roccia
Tersane: il ristorantino in riva al mare
Il golfo di Gocek è un campo di regata perfetto: vento in abbondanza ma niente onda.
Circondato da montagne verdi a Ovest e chiuso da una decina di isole ad Est, ben conosciuto da tutti i velisti della zona, già ai primi di maggio è pieno zeppo di barche a vela, "Gullets" imponenti e  motor yachts "esagerati".
I turchi ricchi, dopo aver speso milionate di euro per comprarsi "la barca" che normalmente è dotata di quattro o più ponti, terrazze sospese a dieci metri d'altezza e luci blu subacquee  che illuminano il mare a poppa, ordinano al comandante ingaggiato per la "stagione" di infilarsi in baiette anguste, dall'acqua sicuramente cristallina, che però non facilitano l' ormeggio...
Il comandante ,dotato di buon senso e cognizione di causa, dovrebbe(!!!) opporsi all'ordine bizzarro del "boss", dettato magari dal capriccio dell'ultima biondissima fanciulla dell'Est imbarcata da poco,ma rischia di perdere il posto. Non si scherza.
 Il mondo dei comandanti di navi da diporto è ristretto e le voci circolano fulminee.


Ormeggio con cime a terra a Tersane

Soli,...con gli uccellini, le muche,le galline ,le pecore, le capre...ma neanche una zanzara!




 Si rischia di non trovare più un contratto e la concorrenza è spietata.
Jeshim all'opera: brava e simpatica
Pesce fresco in arrivo...
Il "Paddy Boy" all'ormeggio del ristorante: GRATIS !
Jeshim
La regola ferrea che fa ricadere tutte le responsabilità di bordo sulle spalle del comandante è sempre valida, ma ,se il padrone ordina, si deve ubbidire.
Così, proprio a Tersane, incantevole baietta sull'isolotto omonimo del golfo di Gocek,domenica 10 maggio verso le dodici, un "ferro da stiro" di un bianco abbagliante sui 30mt, ha filato l'ancora dalla parte opposta della baia  e indietreggiando con almeno cento metri di catena, ha ormeggiato di poppa,  con due robuste cime prese alle bitte incastonate sulle rocce: praticamente ha chiuso l'ingresso alla baia.
Verso le due del pomeriggio il tempo si è guastato ed abbiamo assaggiato il primo "neverin" turco: tosto come sempre.
Il Paddy Boy, anche lui con ancora,50mt di catena e cime a terra, con il ventaccio laterale ha arato di qualche metro. Mollate le cime e salpata l'ancora, abbiamo deciso di utilizzare le "trappe" del moletto gestito dal ristorante.
 Tutto Ok.
L'enregica ragazzotta che si occupa sia della cucina che degli ormeggi, ci ha dato una mano per non far danni "sotto raffica". Il bianco gigante sembrava non curarsi minimamente dell'improvvisa buriana...
Come sempre dopo un'oretta tutto ritorna alla normalità e il magnate turco,a quel punto, ordina al suo "schiavo gallonato che regge il timone "di rientrare  a Gocek.
Motoroni in moto, si salpa l'àncora, ma l'àncora invece di venir su, tira di brutto giù la prua del "bestione a motore".Noi, insieme ad altre quattro barche a vela, impietosamente ci godiamo lo spettacolo...
Vari tentativi di disincagliare l'ancora vanno a vuoto...
 Ma dove diavolo è finita 'sta benedetta??
 Accorre Jeshim, la simpatica ormeggiatrice: l'àncora ha beccato proprio la catenaria, ben segnalata da due boe in superficie, che regge i pontili a cui siamo tutti ormeggiati.
 Con il suo inglese stentato ci fa capire che il comandante, turco, nella sua scatola cranica "ha più grasso che cervello" ("more fat than brain") e che non è la prima volta che le capita una rogna del genere..
Non c'è niente da fare: dopo quasi due ore di tentativi andati a vuoto,(immagino l'umore del "boss" a bordo...), lasciano giù tutta la magnifica catena inox, più naturalmente l'àncora , mettono un parabordo a segnalarne la presenza e se ne vanno, liberando finalmente l'orizzonte della baietta.
Torneranno la mattina dopo, sempre con il "ferro da stiro"scintillante , e un sub grassoccio pronto ad immergersi.
 Noi "umili velisti", ormeggiati al moletto, più impietosamente di prima, ci sistemiamo tutti quanti a prua per non perderci neanche un dettaglio del ricupero.
E' un affare serio e ci vogliono un paio di ore di avanti e indietro, su e giù del sub, ordini impartiti in turco a gran voce ai marinai di bordo, ma alla fine, con applauso e fischi di esultanza da parte nostra , l'ancora riemerge intatta ! Il sub, rimontato a bordo tra gli applausi, accenna anche ad un inchino...
Il comandante , pancione trattenuto a stento dalla maglietta bianca e baffoni neri, è un pò meno cordiale: chissà se ha mantenuto il suo posto di lavoro per l'estate 2015?